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Invalsi, Psp e Sgb: “Illegittime le sospensioni all’alberghiero”

I Partigiani della scuola pubblica e il Sindacato generale di base prendono posizione contro i provvedimenti per gli studenti che boicottarono i test. Il Cas: “Decisioni illegittime”.

30 Maggio 2016 - 09:04

I partigiani della Scuola Pubblica dicono di nuovo no alle sospensioni degli studenti per le prove Invalsi!

I PSP – Partigiani della Scuola Pubblica apprendono con dispiacere che si è verificato un caso assai simile a quello che hanno già segnalato per la scuola di Decollatura (CZ). La preside dell’IIS Scappi di Castel S. Pietro Terme (BO) ha disposto di sua iniziativa (violando il suo stesso regolamento d’Istituto, che prevede che tale sanzione sia erogabile dal solo Consiglio di Classe) ben sei giorni di sospensione per 13 studenti di una sua classe seconda della sede distaccata di Casalecchio di Reno, per avere “danneggiato” le prove Invalsi. Forse sarebbe meglio ricordare che le prove non sono state danneggiate (cancellare il codice personale non è un danneggiamento materiale), che è obbligatorio valutare le prove per quello che sono e che se le prove erano “da 2” andava messo quel voto e registrato nel sistema Invalsi, invece di disporre illegittimamente un provvedimento sospensivo. I PSP si chiedono anche se le valutazioni di quelle prove sono state inserite nel sistema Invalsi, e soprattutto si domandano come sia stato possibile risalire, partendo da prove “anonime”, ai responsabili degli scarabocchi sui fogli delle prove Invalsi. Per questi motivi i PSP – Partigiani della Scuola Pubblica DIFFIDANO l’IIS Scappi di Castel S. Pietro Terme (BO) dal mettere in opera le sospensioni disposte illegittimamente e dal prendere qualsivoglia provvedimento disciplinare illegittimo e difforme da quanto previsto nel Regolamento d’Istituto pubblicato sul loro stesso sito web.

Partigiani della scuola pubblica

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All’istituto “Scappi” di Casalecchio la malascuola che colpisce gli studenti

Il 12 maggio in tutta Italia moltissimi studenti hanno protestando contro i quiz invalsi ed il modello di scuola escludente che si cela dietro questo sistema di valutazione. In alcuni casi la protesta si è concretizzata nell’assenza dalle lezioni, in altre nel lasciare i quiz in bianco e in altre nel cancellare i codici identificativi delle prove per evitare la “schedatura” degli studenti.

Nella classe II C della sezione di Casalecchio di Reno dell’Istituto “Scappi”, 14 ragazzi su 28 avrebbero deciso di cancellare i codici identificativi. L’insegnante, desiderosa di utilizzare gli esiti delle prove al posto delle necessarie prove di verifica, avrebbe ordinato agli alunni di apporre il proprio nome sui fascicoli che, in base al protocollo di somministrazione, devono essere assolutamente anonimi. I ragazzi si sono rifiutati e 2 giorni dopo la Dirigente Paola Mambelli ha comminato 14 provvedimenti disciplinari per un totale di 84 giorni di sospensione.

Il provvedimento è assolutamente illegittimo e SGB assisterà le famiglie nei ricorsi agli organismi scolastici di garanzia e nelle sedi giudiziarie.

L’episodio è però una prova eclatante di come la scuola statale sia stata trasformata dalla legge 107 in una sorta di caserma e, purtroppo, a volte anche con l’ausilio di alcuni insegnanti.

L’azione della preside Mambelli, oltre ad essere illegittima, risulta completamente diseducativa. A venire colpiti dalla repressione, infatti, non sono ragazzi che si sono macchiati di comportamenti scorretti, ma le loro opinioni rispetto ad un sistema che, lo ricordiamo, non dovrebbe vincolare ne insegnanti ne studenti.

La scuola ha tra i suoi obblighi quello di educare i cittadini al rispetto dei principi e delle libertà costituzionali. La preside Mambelli dice a questi ragazzi che esprimere le proprie legittime opinioni può portare guai perchè si può usare il proprio potere al fine di reprimere il dissenso.

SGB chiederà a MIUR di indagare sull’adeguatezza dell’operato della Dirigente in questa circostanza e invita tutti i colleghi dell’istituto “Scappi” a prendere pubblicamente le distanze dal comportamento della Dirigente e dall’eventuale azione di complicità di alcuni docenti.

Sgb Scuola

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All’istituto Scappi di Bologna 14 ragazzi si sono trovati ad affrontare una sospensione con obbligo di frequenza di sei giorni con la sola colpa di essersi rifiutati di svolgere le prove Invalsi, svoltesi il 12 maggio nelle scuole superiori di Bologna.

La preside della scuola ha deciso di sospendere i ragazzi dichiarando l’atto un “grave episodio”, applicando le sanzioni senza riunire il consiglio di classe prendendo decisioni del tutto arbitrarie e oltretutto illegali. Le famiglie dei ragazzi hanno fatto ricorso al garante degli studenti e nonostante questo la preside non ha interrotto le sospensioni, come invece è prassi per legge.

Le sospensioni tutt’ora in corso da lunedì avranno termine il giorno 30 maggio, mentre per il giorno dopo, 31 maggio, la preside ha dichiarato di voler riunire i componenti dell’organo di garanzia degli studenti.
Il fatto che venga chiamato il consiglio il giorno immediatamente dopo il termine delle sanzioni è una vera e propria provocazione, e l’accaduto è l’ennesima prova che i presidi sceriffo grazie al modello della Buona Scuola di Renzi hanno sempre più potere, e possono illeggitimamente senza alcun limite reprimere studenti e studentesse che vanno contro a questo modello di mercificazione e standardizzazione del sapere boicottando inutili test che equivalgono allo spreco di milioni e milioni di euro, mentre noi siamo costretti a passare la maggior parte della nostra vita in istituti pericolanti e senza le attrezzature e i materiali necessari alla nostra formazione.

Noi, dopo aver boicottato le prove Invalsi, siamo al fianco degli studenti e delle studentesse e pretendiamo l’interruzione immediata e l’annullamento delle sanzioni, e se ciò non avverrà siamo disposti a mobilitarci e a muoverci al fine di ottenere ciò.

Cas