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Insegnante morta per l’esposizione all’amianto: ministero condannato anche in appello

Confermata la sentenza emessa un anno fa dal Tribunale del lavoro in favore dei figli della donna, scomparsa nel 2017 dopo aver lavorato alle scuole Farini: spetta loro un risarcimento di 930.000 euro.

28 Novembre 2022 - 10:38

Anche la Corte d’appello, dopo la sentenza di primo grado emessa dal Tribunale del lavoro, ha confermato che il ministero dell’Istruzione (che aveva impugnato la condanna) è tenuto al pagamento di 930.000 euro di risarcimento a favore dei figli della professoressa Olga Mariasofia D’Emilio, deceduta il 21 febbraio 2017 a causa di un mesotelioma per l’esposizione all’amianto. La donna aveva lavorato nella scuola media Farini di Bologna tra il 1981 e il 1990 e all’interno della struttura è stata dimostrata la presenza della fibra killer: nelle coperture esterne, nelle tettoie, nelle palestre e negli inter-passaggi fra gli edifici scolastici. Consapevole della sua esposizione, l’insegnante aveva ottenuto dall’Inail il riconoscimento di malattia professionale. Nel 2007, poi, l’insegnante aveva iniziato la procedura giudiziaria per ottenere il risarcimento dei danni ma, solo dopo la sua morte, i figli (affiancati all’Osservatorio nazionale amianto) hanno vinto la causa contro il ministero per non aver rimosso l’amianto dalla struttura. Ora anche la Corte d’Appello ha confermato la condanna del ministero respingendo tutti i motivi del ricorso, in particolare quello con il quale sosteneva che l’amministrazione scolastica non sarebbe stata destinataria di obblighi prevenzionistici perché il ministero non sarebbe mai stato titolare di competenze in materia di edilizia scolastica.

Questa seconda sentenza “è stata liberatoria. Mia madre ha avuto quello che ha sempre desiderato quando ha scoperto di avere un mesotelioma, mi diceva sempre che voleva giustizia, e in questi anni ho vissuto sentendo un dovere profondo nei suoi confronti, quello di non mollare”, commenta la figlia della docente.

Secondo le stime dell’Osservatorio nazionale amianto, nel 2021 in Emilia-Romagna c’erano più di 400 scuole con materiali contenenti questo materiale. “L’amianto nelle scuole- afferma l’Osservatorio- è una vergogna per un paese civile, circa 356.000 studenti sono ancora esposti ad un materiale che provoca patologie come l’asbestosi, malattia polmonare cronica, e il mesotelioma, tumore che colpisce il tessuto sottile che riveste gli organi interni. A questa cifra si aggiungono altre 50.000 persone tra docenti e personale scolastico. Alcune regioni e città stanno provvedendo alle bonifiche di oltre 2.400 scuole ancora contaminate, ma non c’è un piano coordinato, né vengono stanziati finanziamenti adeguati”.