In occasione del passaggio in città della Carovana partita dal Salento, tra ieri e oggi due incontri pubblici e attivisti sotto la sede della multiutility: “Progetto che mette a rischio sicurezza, salute e ambiente”.
La Carovana No Tap-No Snam arriva a Bologna e denuncia il coinvolgimento di Hera nel progetto del “nascente Corridoio sud del gas, progetto anacronistico che moltiplica le forme di speculazione e dominio finanaziario delle lobby degli idrocarburi”. Per farlo, una delegazione di attivisti si è ritrovata stamattina proprio davanti alla sede della multiutility, su viale Berti Pichat. Iniziativa che si è aggiunta ai due eventi pubblici organizzati in occasione della tappa bolognese della Carovana: ieri sera un affollato incontro publico alla sala Casa dell’angelo di via San Mamolo (il programma prevedeva la partecipazione del portavoce del movimento Gianluca Maggiore, dell’ingegner Alessandro Manuelli e del docente Nicola Grasso); stasera alle 21 un altro appuntamento a Minerbio (visto che il progetto prevede “un aumento considerevole del gas stoccato presso l’impianto Stogit/Snam” che lì ha sede). A promuovere le varie iniziative un articolato cartello di realtà bolognesi: Collettivo AltaPressione, Associazione Bianca Guidetti Serra, Cobas, Associazione di Mutuo Soccorso per il diritto di espressione, Associazione Primo Moroni – Nuova Casa del Popolo di Ponticelli, Associazione Esposti Amianto, Circolo Chico Mendez, Centro per l’alternativa alla medicina Francesco Lorusso, Vag61, Crash, Xm24, Tpo, Làbas, Hobo, Noi Restiamo, Collettivo LabAgraria.
“La multi utility Hera nel settembre 2013 ha sottoscritto con Tap un contratto di fornitura di gas azero per 300 milioni di metri cubi annui e per la durata di 25 anni”, spiegano i promotori dell’iniziativa: “Questo gas, proveniente dal giacimento di Shah Deniz in Azerbaigian, dovrebbe arrivare in Italia utilizzando il Trans Adriatic Pipeline (Tap) la cui realizzazione è fortemente contestata dalle popolazioni dei territori interessati perché devastante per le coste, le campagne e prevede la costruzione di impianti a rischio di incidente rilevante in zone densamente popolate. Dal Salento (Melendugno) il gas dovrebbe risalire la penisola per 687 km tramite la Rete Adriatica Snam attraversando la dorsale appenninica tristemente nota per la sua alta sismicità e aggiungendo ulteriori rischi alla sicurezza dei cittadini. Attraverso il contratto sottoscritto in Arzebaigian, Hera sta finanziando tutto questo. Vogliamo denunciarlo oggi in occasione dell’arrivo a Bologna della Carovana No Tap-Snam partita lo scorso 1 dicembre da Melendugno per esporre i rischi per la sicurezza, la salute e l’ambiente connessi a questo progetto”.
Dal Collettivo AltaPressione dopo la conferenza stampa: “Siamo stati, in questa rara giornata di sole bolognese, sotto la sede principale di Hera per denunciare un contratto venticinquennale, col quale la società si assicura 300 milioni di metri cubi annui di gas, provenienti dai giacimenti dell’Azerbaijan, paese in dittatura. Contestiamo un contratto di tale portata che contribuisce alla devastazione dei territori attraversati da un gasdotto ancora in fase di progettazione e in attesa di tutte le autorizzazioni, che cerca costantemente di aggirare. Al netto dei fatti, l’inutile acquisto in forma preventiva di una enorme quantità di combustibile fossile a prezzi certamente non concorrenziali, per un periodo così lungo, si dimostra una forma, di certo non troppo velata, di endorsement verso un sistema fondato sulla speculazione economica e lo sfruttamento di fonti fossili. Hera toglie la maschera e si dichiara complice e promotrice del nascente Corridoio Sud del Gas, progetto anacronistico che moltiplica le forme di speculazione e dominio finanaziario delle lobby degli idrocarburi“.
Dalla pagina Facebook del Movimento No Tap: “Hera finanzia la devastazione del territorio. Questa mattina, in occasione del passaggio della Carovana No Tap/Snam a Bologna è stata messa in atto un’azione dimostrativa contro Hera, la multi service bolognese che finanzia il Tap attraverso l’acquisto di 300 milioni di metri cubi di gas. Tap, ed il corridoio sud del gas, si affida a questi intrecci per speculare sulla sua realizzazione. Nello stesso momento dell’azione, degli amici e compagni di Bologna, anche noi ci siamo ritrovati presso il cantiere ancora per dire no a questo progetto inutile, imposto e dannoso”.