Acabnews Bologna

Fioravanti 12, serve un “tavolo politico” con il Comune

Bancarotta dopo l’ultimo incontro con i tecnici dell’amministrazione, nel quale è stata presentata una bozza di contratto per l’assegnazione: “Aprire una discussione che vada oltre la visione, votata alla costruzione di consenso ma vuota di contenuti, emersa dal Laboratorio Spazi”.

27 Maggio 2019 - 14:35

Il percorso avviato per l’assegnazione dei locali di via Fioravanti 12 richiede ora l’apertura di un “tavolo politico” con il Comune. E’ la posizione di Bancarotta Srl, che con un testo diffuso ieri su Facebook fa sapere: “Venerdì 17 maggio, come Bancarotta abbiamo incontrato i tecnici del Comune. La dirigente del dipartimento Lavori Pubblici, Mobilità e Patrimonio e la responsabile dell’U.O. Rigenerazione Urbana ci hanno sottoposto una bozza di contratto per l’assegnazione dello stabile di via Fioravanti 12. Ciò che non abbiamo potuto fare a meno di notare è stato come le richieste poste da Bancarotta nel corso degli incontri precedenti siano state, nel migliore dei casi, ‘interpretate’, puntando il più possibile al ribasso. L’esigenza di una messa a norma dell’intera struttura è stata ridotta nei verbali a semplice ristrutturazione del bagno. Pur avendo noi stessi ipotizzato di contribuire fattivamente alla risistemazione dello stabile, ciò che è stato disarmante è aver scoperto che il Comune non si occupa della messa a norma di questi stabili destinati a tali ‘patti di affidamento’, poiché quelli che mette a norma li mette a valore. Tradotto: le ‘briciole’ e gli immobili malmessi vengono proposti nel corso di ‘processi partecipativi’ a collettivi, associazioni, etc; ciò che è funzionale e a norma, sui cui quindi si è investito, viene consegnato al mercato”.

“Il secondo punto critico, che faceva riferimento ad una delle tre richieste poste da Bancarotta, è quello relativo alla questione della responsabilità giuridica in relazione allo spazio di via Fioravanti 12. Rispetto alla proposta iniziale dell’amministrazione, ovvero un’unica firma di un rappresentante, la possibilità che ci viene ora offerta è quella di una firma ‘plurale’ e della rotazione delle figure responsabili. Ciò che Bancarotta si è proposta da subito – in coerenza con l’obiettivo dichiarato dal progetto di sperimentare nuove modalità di uso civico degli spazi- è di scardinare i meccanismi della delega e della rappresentanza e di proporre una responsabilità che sia realmente condivisa e collettiva. Un firmatario, dunque, fosse anche a rotazione, non può essere una soluzione proponibile. E’ per noi evidente che una differente modalità di gestione di uno spazio, basata sulle pratiche dell’autogestione e sull’autonomia decisionale dell’assemblea, non possa essere discussa all’interno di un incontro con dei tecnici. Eccoci, dunque, all’ultima delle nostre istanze. Il percorso posto in essere da Bancarotta, per sua stessa natura e finalità, non può essere risolto con due incontri tecnici e la firma di un contratto. Ciò che abbiamo richiesto, di conseguenza, è l’apertura di un tavolo – un percorso, non certo un solo incontro – con l’amministrazione, circa la mancanza di spazi che siano veramente a uso civico e sociale in città. Ciò che chiediamo non è una vertenza fra noi e l’amministrazione sui problemi dello spazio di via Fioravanti: crediamo che sia urgente e necessario aprire insieme alle associazioni, ai collettivi, ai gruppi attivi in città la questione degli spazi e dei beni comuni; comprese le modalità di gestione, assegnazione (o, al contrario, sottrazione ai bisogni della popolazione: quanti spazi, pubblici ma anche privati, restano abbandonati da anni?). Non puo’ esistere partecipazione reale al destino urbanistico e sociale della città all’interno dell’attuale cornice: mentre enormi stabili vengono venduti o affidati alle grandi cooperative (vedi ‘Dumbo‘), al contrario alle associazioni e ai gruppi informali attivi sul territorio con finalità che rimettono al centro la persona e la critica, piuttosto che il consumo o il profitto, vengono concesse le briciole, e, al contempo, l’esistente è continuamente minacciato e posto sotto sgombero (come accade a Xm24). Aspettiamo, allora, come ci è stato promesso nel corso del colloquio di venerdì, la data del primo incontro con gli assessori competenti, per una discussione che vada oltre la visione, votata alla costruzione di consenso ma vuota di contenuti, emersa dal Laboratorio Spazi; e perchè Bancarotta non vuole essere un punto di arrivo, bensì una leva per aprire in tutta la città una discussione realmente libera sulla fruizione sociale degli spazi comuni, di tutte e tutti”.