Gli educatori guidati da Usb si sono trovati sotto Palazzo D’Accursio in presidio e hanno concluso con un’assemblea all’interno del palazzo. Domani alle 17 incontreranno i funzionari dell’assessorato alla Scuola.
Ritornano sotto il Comune gli educatori sociali delle cooperative Quadrifoglio e Dolce, che gestiscono in appalto i servizi di integrazione scolastica sui ragazzi disabili e disagiati delle scuole comunali. Sventolano le bandiere di Usb e attendono rispota alla richiesta di incontrare l’Assessore alla Scuola per discutere di continuità lavorativa per il periodo estivo e, conseguentemente, delle condizioni del bando comunale per la gestione dei centri estivi, che prevede quest’anno la possibilità di impiegare fino al 40% di personale volontario.
Dopo poche decine di minuti lasciano una piazza Maggiore blindata per raggiungere il “salotto” dedicato ai giornalisti che seguono solitamente i Consigli Comunali per tenere un’assemblea. Viene comunicata la convocazione per domani martedi 13 Maggio alle ore 17 di un incontro con i funzionari dell’Assessorato che si vorrebbe aperto a tutti i lavoratori e le lavoratrici in agitazione e si discutono le rivendicazioni da portare al tavolo.
Viene manifestata diffidenza nei confronti dell’accordo firmato martedi scorso da parte di Cgil, Cisl e Uil, seguente l’interruzione del Consiglio Comunale, rispetto alla garanzia di continuità educativa durante il periodo estivo. “Quello che hanno firmato è solo il verbale di un incontro, non ha valore. Non è un accordo né tantomeno entra a far parte del bando sui centri estivi”, tuona un educatore al megafono. Inoltre, l’intesa raggiunta con i confederali non garantirebbe i lavoratori contro il cosidetto “spezzatino”: diversi educatori a sostegno di un unico utente, con conseguente divisione delle ore di lavoro.
Si inizia a mettere sul piatto della discussione un tema che va oltre la continuità di lavoro estivo, rivendicando una “continuità di reddito” che parta da una revisione dei contratti annuali: portarne la durata a 12 mesi, come per le altre figure educative della scuola, e slegare quindi il redditto dalla presenza di lavoro.
“Svolgiamo un servizio pubblico per la collettività e in particolare per le persone più svantaggiate. E’ intollerabile il “tira e molla” contrattuale a cui siamo sottoposte”, protesta un’educatrice.
Lo sguardo è rivolto al bando per i servizi integrativi scolastici che ne assegnerà la gestione dal prossimo settembre per i prossimi 3 anni scolastici e che è in discussione in questi mesi tra Comune e le parti sociali.