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Due giorni di Festival delle cucine: “La lotta va avanti se se magna” [foto]

Mense e osterie autogestite si sono incontrate domenica alla tettoia Nervi per mappare le cucine popolari come esperienza di resistenza e conflitto e hanno offerto il cibo. Eat the Rich “Messa in campo potenza di fuoco”.

10 Maggio 2016 - 17:57
Festival delle Cucine Popolari e Autogestite

 

 > Il comunicato della Rete Eat the Rich:

Durante il fine settimana appena trascorso si è tenuto a Bologna il Festival delle Cucine Popolari e Autogestite. Siamo partiti dall’esigenza di incontrarci con tutte quelle realtà politiche che utilizzano la cucina come strumento di resistenza e conflitto, contro le dinamiche di speculazione, le differenze di classe, la repressione e il controllo che ruota attorno al cibo, alla sua produzione e alla sua distribuzione. Nella giornata di sabato ci sono stati dei tavoli di lavoro e discussione su alcuni temi centrali quali l’approvvigionamento di materie prime e la filiera alimentare; l’organizzazione delle cucine negli spazi tra sostenibilità e conflittualità politica; lo sfruttamento, l’antispecismo e l’ecologia politica. Inizialmente si era pensato di organizzare un tavolo di discussione che affrontasse il tema del cibo nelle istituzioni detentive, come le carceri e i CIE, dove l’alimentazione diviene occasione di profitto e di controllo, ma anche di sottrazione e resistenza. Tuttavia in un secondo momento ci è sembrato opportuno eliminare il tavolo suddetto a causa della concomitanza con il corteo contro le frontiere del 7 maggio al Brennero, in solidarietà e complicità rispetto alle compagne e i compagni che si sono mobilitati contro le istituzioni che esercitano presso i confini la repressione, il controllo, la violenza sui corpi delle persone migranti. Oggi, mentre è in corso il processo per direttisima alle compagne e ai compagni arrestati, ribadiamo con forza questa complicità e solidarietà.

Nella giornata di domenica ci siamo pres* tutt* assieme uno spazio per fare una giornata di festa e cucina di strada, organizzando tra le altre cose un incontro labaratoriale del corso di cucina meticcia assieme agli/le occupanti di Social Log e alla Casa del Popolo di Ponticelli. Lo spazio che abbiamo invaso con i nostri fornelli, la Tettoia Nervi in via Fioravanti, non è uno spazio scelto casualmente. Esattamente un anno fa di fronte a quella tettoia abbiamo occupato la sede dell’Unicum, ufficio del niente, per dare vita a una zona temporaneamente liberata. Quel giorno più di venti di noi sono stat* denunciat* inaugurando quella infame stagione di sgomberi che, in particolar modo a Bologna, sta tutt’oggi provando a cancellare ogni spazio fisico e temporale di autogestione. Inoltre, la Tettoia Nervi ha ospitato poco tempo fa il Finger Food Festival, evento che promuove la feticizzazione del cibo inteso quasi esclusivamente come occasione di profitto, in linea con tutto il food-capitalismo di Expo e F.I.C.O. Questa piazza coperta, come molti altri posti nel quartiere della Bolognina e nel resto della città, risulta essere al centro di un processo massiccio di investimento e gentrificazione, che attira la sete di profitto trasformando la geografia urbana, e non solo, senza che le persone che realmente vivono quei luoghi possano decidere niente in merito. In questa giornata di festa è stata messa in campo la “potenza di fuoco” delle tante cucine arrivate a Bologna, e che attraverso la cucina sperimentano pratiche di sovranità alimentare. E’ stato un primo tentativo di mappare quello che si muove attorno a tutti questi nodi e la risposta e la partecipazione alla nostra chiamata è stata entusiasmante.
Ringraziamo tutte le realtà e le persone che hanno reso possibile la costruzione collettiva di questi due giorni.
La lotta va avanti, se se magna!”

Rete Eat The Rich!

 

> Le realtà che hanno partecipato al festival:

Spazio Rosso (Cattolica)
Piano Terra (Milano)
Collettivo a bellu a bellu (Cagliari)
Polpetta (Livorno)
Mondeggi fattoria senza padroni (provincia di Firenze)
Campi Aperti (Bologna e dintorni)
Forte Prenestino (Roma)
20 Pietre (Bologna)
La Resistenza (Ferrara)
Free Spot (Ventimiglia)
Cavallerizza (Torino)
C.S. Bruno (Trento)
Smaschieramenti (Bologna)
Social Log (Bologna)
Casa del Popolo (Ponticelli, Bologna)
Brigata 36 (Imola)
Oltremercato (Pesaro-Urbino)
Cascina Torchiera (Milano)
Pizzeria Pirata (provincia di Siena)
Terra Terra (Roma)
Il mucchio selvatico (Rodiano, Modena)
Seminterrati (Ancona-Macerata)
Ecomercato (Jesi)
Frutti del sole (San Gregorio nelle alpi, Belluno)
Cucinarandagia (Montese, Modena e San Martino in Gattara, Ravenna)
Mercantiniera (Parma)
La Lezza (Taranto)
Stella nera (Modena)
Mensa occupata Marzolo (Padova)
Lucanapa (Basilicata)
Gruppi informali di Trieste e Ascoli-Piceno
Spaccio popolare autogestito (Rete Eat the Rich)
Associazione di mutuo soccorso (Bologna)
People Health Movement
Nodo solidale-Kairos (Roma)