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Dopo la gogna social, blitz allo studio di Bignami e Lisei

Incollati cartelli con scritto “Qui lavorano due fascisti”, segnalano Tpo-Làbas. L’episodio segue il video in cui i due esponenti di Fdi avevano diffuso i nomi degli stranieri nelle case Erp e su questo scrive Asia-Usb: “Se l’intero patrimonio abitativo fosse disponibile, chi fomenta guerra tra poveri dovrebbe cambiare lavoro”.

13 Novembre 2019 - 17:39

“La scorsa settimana Galeazzo Bignami e Marco Lisei in una delle loro squallide dirette Facebook hanno ripreso i campanelli degli inquilini non italiani, legittimi assegnatari di alloggi pubblici, leggendone i cognomi al fine di acchiappare qualche like e stimolare il peggio della ‘pancia del popolo’. Un’azione gravissima e pericolosissima, che ricorda le terribili schedature razziali del ventennio e dimostra ancora una volta quello che sono questi due politicanti che hanno fatto il salto di poltrona da Forza Italia a Fratelli d’Italia: due fascisti. Noi ci auguriamo che il Garante per la Privacy faccia loro pagare cara questa iniziativa, ma stamattina c’è stato anche chi ha creduto che fosse opportuno segnalare alla città dove questi due fascisti, che ci ritroviamo all’interno delle istituzioni, lavorano a Bologna”. E’ quanto si legge in un post pubblicato su Facebook da Tpo e Làbas, che rilanciano anche l’appuntamento di domani sera (alle 18 in piazza San Francesco) per la manifestazione contro l’evento della Lega al Paladozza.

Anche Asia-Usb interviene sul “video degli esponenti di Fratelli d’Italia che inquadrano i campanelli delle case popolari per fomentare la loro retorica razzista”, sottolineando che “Acer e amministrazione hanno negli anni distrutto il diritto alla casa popolare, sfrattando e lasciando vuoti e abbandonati centinaia di appartamenti, molti dei quali poi svenduti a privati. Migliaia di richieste in una graduatoria infinita, un patrimonio abitativo sempre più ridotto” e “un’emergenza abitativa affrontata solo con sgomberi e sfratti”. Per Asia-Usb “questo è il vero problema degli alloggi popolari. Se Acer e amministrazione pubblica mettessero a disposizione l’intero patrimonio abitativo in loro possesso forse chi ogni giorno fomenta la guerra tra poveri dovrebbe trovarsi un altro lavoro”.