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Dietro la mensa di piazza Puntoni? “Gli squali della finanza internazionale”

Inchiesta di Hobo sulla gestione del Bononia University Restaurant. Oggi di nuovo OccupyMensa e contestazione all’Er.Go; Cua e Taksim: “I diritti che ci vengono negati, li conquistiamo a spinta. Torneremo!”.

06 Novembre 2013 - 19:44

E sono tre! Ancora #OccupyMensa… Contestata l’ER.GO!

Per la terza settimana consecutiva #OccupyMensa arriva all’interno della mensa più cara d’Italia con un pranzo autogestito a 1 euro. E ancora una volta centinaia di studenti hanno preferito mettersi in fila per il pranzo autogestito e non per quello ufficiale al prezzo di quasi 7euro. Questa volta nemmeno il tentativo di sbarrare l’ingresso da parte dei “gorilla” della sicurezza, dopo che la settimana scorsa avevano dovuto desistere di fronte alla determinazione degli studenti e delle studentesse.

Ma questa volta, #OccupyMensa ha voluto fare un passo in più, non fermandosi alla sola occupazione della mensa. Infatti, al termine del pranzo, gli studenti si sono mossi per portare un assedio sonoro sotto gli uffici dell’ER.GO, l’azienda regionale per il diritto allo studio, nonchè principale responsabile dei costi e della qualità della mensa.

Il corteo ha attraversato la zona universitaria fino ad arrivare in via Schiavonia, dove hanno sede gli uffici e dove gli studenti si sono trovati dinanzi ad uno scenario di completa chiusura. “Ponti levatoi” tirati su per negare l’accesso al “castello” Er.go. Ma non basta: nonostante le porte chiuse, a presidiare la zona una massiccia ed incomprensibile presenza di forze dell’ordine in assetto anti-sommossa.

Davanti a questo scenario, gli studenti e le studentesse hanno deciso di portare avanti, con determinazione l’assedio sonoro dando vita ad una lunga battitura sui portoni dell’agenzia. E mentre decine di studenti venivano lasciate all’esterno ed impedito loro l’ingresso, le porte
erano invece aperte per gli agenti delle forze dell’ordine fatti entrare, telecamere alla mano, per riprendere il tutto dalle finestre.

Soltanto dopo che l’assedio sonoro, portato anche negli ingressi posteriori, si faceva più forte e determinato, viene fatto sapere agli studenti che una delegazione può salire negli uffici. Proposta che gli studenti hanno immediatamente rifiutato, in linea con quella che è stata la Sollevazione del 19 ottobre e le mobilitazioni di queste settimane, affermando che, non solo non ci sono rappresentati, ma soprattutto che le nostre richieste non sono qualcosa di mediabile e quindi non accettiamo le loro briciole. Si è preferito, quindi, andare avanti con la protesta dichiarando che questa è soltanto un altro passo di una mobilitazione che non si fermerà fino a quando non avrà
ottenuto una mensa universitaria accessibile a tutt*! I diritti che ci vengono negati, li conquistiamo a spinta.

Al grido di “torneremo, torneremo” gli studenti e le studentesse, sono tornati in Zona universitaria rilanciando verso quello che sarà un altro momento di discussione e di rganizzazione di altri momenti di lotta in Zona Universitaria: L’ASSEMBLEA DEI BI/SOGNI CHE SI TERRÀ GIOVEDÌ 7 NOVEMBRE, ALLE ORE 18:30, AL 36 DI VIA ZAMBONI.

Collettivo Universitario Autonomo
Studentato Occupato Taksim

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HOBO-inchiesta su #OccupyMensa

Perché OccupyMensa?
Perché una mensa non è un ristorante per pochi. I costi dei pasti al Bononia University Restaurant sono un furto inaccettabile. Prezzi così elevati impediscono l’accessibilità di moltissime persone al sevizio mensa, che però il marketing UNIBO non esita nel “vendere” a studenti, ricercatrici, docenti e personale, trattati invece alla stregua di clienti da spennare. La magra realtà per chi oggi vive, senza reddito o quasi, tra università, precarietà e disoccupazione è l’impossibilità di permettersi un buon pasto in zona universitaria.

Chi c’è dietro la mensa più cara d’Italia?
Se guardiamo alla gestione è semplicissimo accorgersi di come il servizio funzioni nell’interesse di veramente pochissime persone; proprietario è infatti il gruppo Elior, succursale italiana della multinazionale della ristorazione con sede in Francia. Tale gruppo Elior si scopre essere controllato (per il 62%) da Chartehouse, un fondo di investimenti finanziari con sede a Londra, che a febbraio ha intimato la vendita delle proprie quote a gruppi del calibro di Credite Agricole, Hsbc e Rothschild. La gestione è dunque in mano agli squali della finanza internazionale, responsabili li dell’aumento dei prezzi e la precarizzazione del personale.

Chi sono i responsabili?
L’interesse finanziario, qui incarnato dal Gruppo Elior. non è piombato come un fulmine a ciel sereno, ma si è innestato con la programmatica complicità dell’università-azienda capitanata da Donigi e da l’ERGO (Ente Regionale per il Diritto allo Studio in Emilia-Romagna). Il servizio mensa in piazza Puntoni é stato infatti concesso ad Elior proprio da chi stipula accordi per implementare politiche di quotidiana austerity, mentre per i media mainstream recita il ruolo del paladino del mondo della formazione nella crisi. Contraddizioni ed incoerenze emergono anche dalla diversità di trattamento riservata ad esempio alla mensa della Facoltà di Ingegneria in zona Saragozza, dove consumare un pasto completo costa meno di 5 euro.

Cambiare si può?
Occupiamo la mensa per distribuire pasti ad un 1 euro con l’intenzione di sabotare i profitti del Bononia University Restaurant e favorire lo sviluppo dl un modello d’organizzazione inclusivo e senza padroni. OccupyMensa come una tra le tante pratiche di sciopero sociale. Siamo convinti che solo attraverso pratiche di opposizione e momenti di costruzione comune sia possibile trasformare il nostro presente. E’ una lotta aperta alla partecipazione di tutti, attraverso momenti assembleari e d’organizzazione in rete, che si pone come obiettivo sia migliorare la retribuzione e le condizioni di lavoro del personale sia ottenere una drastica ed immediata riduzione dei prezzi.

Cosa vogliamo?
OccupyMensa combatte contro il profitto individuale per collettivizzarlo e trasformarlo in reddito collettivo ed accessibilità. Vogliamo servizi volti alla soddisfazione dei bi-sogni di tutti e non subordinati all’interesse di pochi speculatori.

Hobo – Laboratorio dei saperi comuni