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Dieci a processo per blitz Ugl, Riders Union: “Siamo tranquilli”

Accusati di violenza privata e imbrattamento per la contestazione del sindacato firmatario di quello che viene definito un accordo-truffa. Ciclofattorini: “Tutte le accuse cadranno. Continuiamo con le nostre rivendicazioni e il nostro percorso”.

22 Gennaio 2021 - 11:36

La Procura ha emesso un decreto di citazione a giudizio nei confronti di dieci attivisti di Riders Union. Sono accusati di violenza privata e imbrattamento in relazione a una contestazione, lo scorso 21 settembre, alla sede cittadina del sindacato Ugl, all’indomani della firma del contratto nazionale dei riders con Assodelivery (contratto firmato esclusivamente dall’Ugl). Secondo i pm i dieci avrebbero “imbrattato con vernice nera le targhe interne ed esterne e la soglia della porta di ingresso con le scritte ‘Ugl merda’ e ‘Crumiri'” e all’interno dell’edificio “sparso volantini e proferito epiteti volgari”.

“Tutte le accuse cadranno in sede processuale”, secondo Riders Union, perché “si parla veramente solo di una scritta cancellata cinque minuti dopo e due volantini, nessuno ha aggredito nessuno: siamo entrati suonando il campanello. Siamo tranquilli, ribadiamo quello che abbiamo già detto mesi fa quando arrivarono l’avvio e poi la fine delle indagini: rivendichiamo quello che abbiamo fatto, non è successo niente di che ma solo una semplice iniziativa per denunciare un accordo truffa che in tutta Italia i riders, mobilitandosi, hanno dimostrato di non volere”. Ci fu “una conferenza stampa in cui eravamo tutti a volto scoperto, in quanto sindacato riconosciuto: si parla delle stesse persone che il giorno prima e il giorno dopo erano ai tavoli di contrattazione sia locali che nazionali”, mentre Ugl “non rappresenta nessuno nel nostro settore e quel giorno siamo andati a dirlo loro in faccia. Poi da parte loro è stata costruita una narrazione vittimista a scopo di propaganda, ma intanto i riders continuano a dire che quel contratto non lo vogliono, mentre noi continuiamo con le nostre rivendicazioni e il nostro percorso”.

Infatti, “stanno ripartendo i tavoli nazionali e ci interessa parlare di queste cose concrete, per dire che se la situazione non si sblocca riprenderemo senz’altro la mobilitazioni e gli scioperi. Stiamo lavorando al protocollo sul caporalato e a quello sulla salute. A breve dovrebbero essere emendati e speriamo che nei prossimi giorni vengano firmati da tutte le parti”. Cè poi “la questione più importante relativa al tavolo su salario, diritti e tutele. Ci è stato detto che saremo riconvocati ma noi stiamo cercando di mettere pressione perché il food delivery aumenta, le aziende fatturano milioni ma noi continuiamo a lavorare nelle stesse condizioni, anzi in alcuni casi sono anche peggiorate”.

A Bologna, intanto, i ciclofattorini si preparano a incontrare MyMenu, piattaforma firmataria della Carta di Bologna:”Un po’ di problemi ci sono”, per esempoi sulle indennità per i giorni di maltempo e festivi, “ma sono normali relazioni sindacali e li affronteremo”. Infine, “stiamo lavorando con l’amministrazione per organizzare ai primi di febbraio un altro punto tamponi. Ci siamo per collaborare su questo e offrire uno screening gratuito a tutti i riders”.