Sindacalisti della logistica indagati per associazione a delinquere e estorsione: “Ennesimo tentativo di ridurre al silenzio un sindacato, al quale, nonostante gli oltre 50.000 iscritti a livello nazionale, non si riconoscono i diritti e le agibilità sindacali perché non firmatario del testo unico sulla rappresentanza”.
Oggi il Si Cobas “si troverà protagonista della cronaca della città di Bologna, con una notizia che deflagherà come l’innesco di una bomba. L’ipotesi è quella associativa, per il compimento di atti estorsivi nei confronti di aziende e di corruzione tra privati”. Lo scrive in rete il sindacato, spiegando che l’inchiesta parte dalla dichiarazioni rese da un datore di lavoro “filmato mentre costringeva i lavoratori a restituire una parte della retribuzione dai lavoratori pachistani, costretti a lavorare fino a 12 ore all’interno di un capannone” e costretti a vivere “in un casolare diroccato privo di servizi igienici, denunciato dal Si Cobas nell’agosto del 2018 e successivamente arrestato per tali fatti”, avvenuti in un comune della pianura. Dunque, “dalle dichiarazioni di tale soggetto – prosegue il testo – peraltro rese mentre si trovava in stato di arresto per tali ragioni, partono le richieste di intercettazione telefonica e telematica che tracciano l’attività di un paio di sindacalisti per due anni”, finché “tali elementi vengono tradotti in una fantasiosa ipotesi associativa a delinquere (cioè il Si Cobas…), ed in una serie di attività definite estorsive, costituite principalmente da scioperi e picchetti nel settore logistico”.
Si legge poi: “Allo stato attuale non vogliamo e non possiamo dire di più, in quanto non abbiamo minimamente contezza del contenuto integrale di questa inchiesta, ma in base a quanto emerge attualmente denunciamo l’ennesimo tentativo di ridurre al silenzio un sindacato, al quale, nonostante gli oltre 50.000 iscritti a livello nazionale e gli oltre 5.000 iscritti nella sola città di Bologna, non si riconoscono i diritti e le agibilità sindacali perché non firmatario del testo unico sulla rappresentanza, che chi si occupa di diritto sindacale ben conosce nei limiti che pone all’azione dei sindacati di base. Vogliamo solo dire che da sempre siamo oggetto di interventi repressivi da parte della magistratura, anche con arresti culminati in quello del Coordinatore Nazionale Aldo Milani, poi assolto dal reato di estrorsione, oltre che di decine e decine di processi per violenza privata (scioperi), dai quali i sindacalisti ed i lavoratori sono stati sempre assolti. Il Si Cobas dunque si riserva di esprimere una posizione più articolata nel merito non appena sarà possibile visionare gli atti, e non appena possibile sarà pienamente a disposizione per chiarire a tutti l’intera vicenda con la trasparenza che ci ha sempre contraddistinto, riservandosi altresì di valutare eventuali condotte personali difformi dai principi e dai valori che da sempre hanno contraddistinto il nostro sindacato”.