Oggi manifestazione con insegnanti, genitori e sindacati da piazza Nettuno alla sede della Prefettura: “La riforma Renzi è un’attentato alla libertà”.
A pochi giorni dalla giornata di mobilitazione del 5 maggio, il mondo della scuola torna in piazza a Bologna per opporsi al ddl Buona scuola. Oggi, come deciso in nell’assemblea che si è svolta una settimana fa con la partecipazione di insegnanti, genitori e sindacati, la manifestazione è partita con un presidio in piazza Nettuno con pentole, coperchi e cucchiai, bandiere e cartelloni contro la riforma targata Renzi (ce nera anche uno con appesi un paio di slip, a simboleggiare come la scuola sia “in mutande”). Da lì i manifestanti hanno raggiunto in corteo la Prefettura, al grido di “Renzi le scuole non sono aziende, nulla si compra-niente si vende”.
Una mamma accusa: “Oltre alla privatizzazione, che mette in gioco il futuro di una scuola democratica, il ddl non parla affatto di ciò che sta a cuore a noi genitori: le classi pollaio e la didattica”. La riforma e’ “un attentato alla libertà della scuola”, ripetono in molti. E un insegnante del liceo: “Un dirigente che sceglie ogni tre anni chi chiamare ad insegnare sara’ condizionato da molti fattori, pensiamo ai territori inquinati dalla mafia. I diritti che fino adesso sono tutelati da contratto, li tutelera’ lui?”. Tra i genitori e prof serpeggia il timore che si vada verso un “pensiero unico” nella scuola, che aumenti la differenza tra scuole di serie A e scuole di serie B, che la scuola pubblica debba dipendere dai privati, che i precari diventino ancor piu’ precari perche’ non saranno mai titolari di cattedre.