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Dal villaggio Due Madonne: “Ecco perchè non vogliamo le nuove torri”

Il Comitato NO Palazzoni Due Madonne replica alle dichiarazioni rilasciate dall’assessore all’Urbanistica, Raffaele Laudani, elencando le critiche mosse al progetto che prevede la realizzazione di tre “eco-mostri” da 11 piani e chiedendo la convocazione di un Consiglio di Quartiere aperto alla cittadinanza.

19 Gennaio 2022 - 15:13

“Come Comitato di cittadini/e contrari alla costruzione dei tre eco-mostri al villaggio Due Madonne, crediamo sia importante rispondere ad alcune delle affermazioni dell’assessore all’Urbanistica”, Raffaele Laudani, “contenute nell’intervista rilasciata a un noto quotidiano della città il 15 gennaio”, recita un comunicato a firma Comitato NO Palazzoni Due Madonne. Sul parcheggio pubblico per i palazzi e la scuola San Domenico Savio, “vorremmo ricordare che gli appartamenti che dovrebbero essere costruiti sono 78, che significa che il parcheggio dovrebbe avere almeno 90/100 posti solo per i residenti (notoriamente non tutte le famiglie hanno una sola auto). Come potrebbe essere utilizzato anche per la scuola? Quali dovrebbero essere le dimensioni in quel caso?”. Sulla riqualificazione della pista ciclabile, invece, il comitato ricorda che “la pista ciclabile – considerata una delle migliori in tutta la città – esiste già e collega già i due parchi vicini. La cosiddetta ‘riqualificazione’ in realtà sarebbe solo uno spostamento dell’esistente”. L’area verde per la  scuola “ci piacerebbe vedere dove e come dovrebbe essere fatta”, mentre sulla riqualificazione di piazza Lambrakis scrivono le/i residenti: “Quindi per fare della manutenzione che avrebbe dovuto già essere fatta da anni, ci dobbiamo sorbire una speculazione edilizia di questa portata? Non le sembra che sia un po’ sproporzionato e fatto esclusivamente per coprire le mancanze delle precedenti amministrazioni?”. Poi, sul tema altezza dei nuovi edifici: “Definire criticità il motivo stesso delle speculazione, cioè la costruzione di grattacieli, fa un po’ ridere. Se non ci fosse l’autorizzazione al costruire in altezza, non ci sarebbe nemmeno l’argomento del contendere!”. E se l’assessore dice che i cittadini che si organizzano sono espressione di un tessuto democratico fertile, il comitato replica: “Grazie lo sappiamo. Noi siamo espressione della democrazia diretta. Ma voi, Giunta comunale e Consiglio di Quartiere, non dovreste essere espressione degli interessi dei cittadini? Per voi il percorso partecipativo è – dopo le proteste spontanee di alcuni residenti – fare dichiarazioni roboanti di contrarietà da parte del candidato sindaco (ora in carica) a maggio, fare incontri informali con alcuni di essi in cui peraltro c’è chi si offende se qualcuno comunica che registra gli incontri (quale era il problema?) e con i ‘candidati costruttori’ in cui niente viene messo nero su bianco e poi votare in giunta l’autorizzazione a costruire a fine luglio e concedere la cantierizzazione il 16 agosto(!)? A proposito, ci è stato riferito che i costruttori – durante una riunione informale – avevano garantito che i lavori sarebbero stati fatti durante i periodi di chiusura delle scuole San Domenico Savio. Non ci pare che sia questo che sta avvenendo. Come mai? Ed il Consiglio di Quartiere perché non ha messo in opera a suo tempo una riunione pubblica con i cittadini? Se il Quartiere – che è la istituzione di maggiore vicinanza ai residenti – non rappresenta gli stessi, prima di tutto nei malumori, cosa ci sta a fare? E’ questa la partecipazione popolare al nuovo skyline nella città più progressista d’Italia?”.

Fornite queste risposte, “ci teniamo a ribadire alcune questioni che per noi sono prioritarie”, continua il comitato: “La mancanza di luce di aria che produrrebbe la costruzione dei palazzoni – ricordiamo di 11 piani, circondati da edifici di 3/4 piani – creerebbe un danno sia per la vista (anche economico), sia per la salute dei residenti. Diversi residenti lamentano che il cantiere di abbattimento dell’ex-Persici sta già provocando un forte aumento delle polveri sottili. Perchè non si è ancora prevista l’installazione di centraline per il controllo della qualità dell’aria, almeno dove c’è la scuola? Alcuni altri cittadini ci hanno posto il problema che, nel momento in cui i palazzoni dovessero togliere la luce attorno, non potranno più montare i pannelli fotovoltaici sul tetto delle case. Questo produrrebbe un danno considerevole sia economici che ambientale. A questo avete pensato? Ci risulta che non sia stata messa in moto nessuna procedura di controllo sulla regolarità dello svolgimento dell’attività della ditta costruttrice, a partire da quanto scritto (o non scritto) nel cartellone del cantiere e del rispetto delle norme per chi ci lavora. Come mai? Non si sarebbe potuto usare in altro modo lo spazio ricavato dall’area dismessa che era sì insalubre, ma potrebbe diventare salubre con un nuovo spazio verde che connetta la scuola ai giardini attorno? E, per chiudere in bellezza, perché l’assessore competente non si fa portavoce verso il Quartiere perché si faccia il Consiglio aperto agli interventi dei cittadini con la sua presenza, in modo chè ci si possa confrontare faccia a faccia, in modo pubblico e formale sulle nostre richieste ed assumere un pubblico e preciso impegno politico per cambiare le attuali normative regolamentari comunali che legittimano tutto ciò?”.