Acabnews Bologna

Cub, risanamento Fam? “Pagano i lavoratori”

Il sindacato di base attacca il piano di salvataggio della Fondazione Alma Mater, che lascia a casa i precari e prevede contratti di solidarietà per gli assunti: “Socializzazione delle perdite e privatizzazione dei profitti”.

12 Giugno 2013 - 17:11

FAM un modello fallimentare per l’Unibo di domani!
Salvataggio pagato dai lavoratori e conflitti di interesse!

Nessun rinnovo di contratto a termine in scadenza, contratti di solidarietà per i lavoratori a tempo indeterminato e una forte iniezione di danaro pubblico: questo il senso del tentativo di risanare la Fondazione Alma Mater (Università di Bologna) definita dai revisori dei conti come ente strutturalmente in sofferenza e non recuperabile!

Nel corso di tutto il 2012 il CdA dell’ateneo di Bologna sembrava finalmente deciso a chiudere questo ente strumentale di diritto privato che al bilancio dell’Università ha comportato solo perdite: nel solo 2011, 1,6 ml di euro che sommati ai 4,6 ml di euro perduti a partire dal 2000 ammontano in totale a 6,2 ml €. Troppo davvero!

Ma recentemente la FAM pare invece essere stata sostanzialmente “commissariata”: il costo della chisura ammonterebbe, secondo una stima, a circa 3,5 ml€.

Meglio un ennesimo “piano di salvataggio”, anche perché chiudere FAM avrebbe prodotto un “danno reputazionale” (o se si preferisce, “di immagine”), come se il gestirla in perdita e produrre danni economici e finanziari fosse invece un bel vedere!

Di cosa pare sia fatto questo bel piano di salvataggio? Essenzialmente di tre cose:

a) un investimento di altri 1,8 ml€ tra 2012 e 2013 di soldi Unibo, cioè pubblici;

b) tagli del personale dipendente (nessun rinnovo di contratti a termine e contratti di solidarietà per i dipendenti a tempo indeterminato);

c) una rimodulazione delle attività della FAM su quelle più promettenti (conto terzi, trasferimento tecnologico oltre alla consueta “Alta Formazione”) oggi gestite dall’Università in via diretta.

Quindi, come sempre, “socializzazione delle perdite”, ripianate con soldi pubblici, tagli al/del personale e, in prospettiva, privatizzazione dei profitti, vista la natura delle attività di cui FAM si occuperà e le dirette conseguenze anche sul personale universitario.

Chi sarebbe stato chiamato a guidare questo risanamento con metaforiche lacrime (dei contribuenti) e metaforico sangue (dei dipendenti FAM e UNIBO che perderanno lavoro/stipendio)?

Il DG dell’università di Bologna, che però – ma è un dettaglio – si trovebbe in “leggero” conflitto di interessi. Ve lo immaginate un documento sottoscritto dai due enti: Direttore Generale unibo G. Colpani, direttore FAM G. Colpani…

Cub