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Chiude il BLQ Checkpoint: “Totale mancanza di collaborazione dall’Ausl”

Plus: l’azienda “sembra dare più attenzione alle procedure e alla burocrazia che alla prevenzione di Hiv e altre infezioni a trasmissione sessuale”. La replica: “Supporto confermato”.

09 Giugno 2023 - 19:03

Dall’1 luglio chiude il BLQ Checkpoint, il primo centro community based in Italia per test HIV, HCV, sifilide e counselling. “È una scelta sofferta ma necessaria poiché non ha senso continuare senza una collaborazione fattiva da parte dell’azienda sanitaria di Bologna”, ha fatto sapere con una nota l’associazione Plus, spiegando che l’Ausl non ha ancora erogato neanche la prima rata dei fondi previsti dalla convenzione che vede Plus Aps, Ausl e Comune co-firmatari della convenzione che ha portato alla nascita del Checkpoint, “né ha fornito alcuna spiegazione o comunicazione a riguardo”. Questo dopo che “nell’arco degli ultimi anni Plus si è scontrata più volte con un muro di disinteresse, da parte di un ente che sembra dare più attenzione alle procedure e alla burocrazia che alla prevenzione di Hiv e altre infezioni a trasmissione sessuale (Ist) e alla salute pubblica. Un muro che si è innalzato in seguito al pensionamento della dottoressa Venturi, fino ad allora medico di riferimento per il Checkpoint e probabilmente unica responsabile di Ausl genuinamente interessata al progetto”, continua Plus. “Sono ormai due anni- prosegue la nota- che Plus sta pagando con i propri fondi i test per la sifilide, che sarebbero a carico dell’Ausl, per poter continuare a fornire questo servizio, con una spesa di circa 5-6.000 euro annui e una richiesta di rimborso alla quale nessuno ha mai risposto”. Ancora Plus: “Quando abbiamo messo in cantiere l’apertura del Checkpoint abbiamo deciso di perseguire una collaborazione con l’azienda sanitaria di Bologna. Per noi coinvolgere Ausl è sempre stata, prima di tutto, una scelta politica. Crediamo ancora in quella decisione, ma non possiamo ignorare la totale mancanza di collaborazione politica da parte di Ausl. Non ha senso continuare così”.

Alla nota di Plus, l’Ausl ha replicato affermando che la collaborazione con l’associazione “è oramai consolidata da anni attraverso una delibera regionale che stanzia fondi per l’attività di prevenzione svolta da Plus Aps. Anche quest’anno, l’1 giugno, una volta acquisite le relative informazioni dalla Regione, l’azienda Usl di Bologna ha confermato il finanziamento in essere da anni”. Viene dunque “confermato l’impegno ed il supporto all’associazione che non è unicamente di natura economica ma anche fattivo: gli infermieri dell’azienda Usl coordinati da Nadia Assueri due volte alla settimana affiancano l’ente di terzo settore nelle attività di prevenzione (attraverso l’esecuzione dei test) svolte a tutela della popolazione”.