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Benedizioni a scuola, il Consiglio di Stato dà ragione al Miur

Torna a far parlare di sè il caso dell’Ic20: accolta la richiesta di sospendere la sentenza del Tar che aveva bocciato il rito nei locali scolastici.

08 Marzo 2016 - 17:53

Prete a scuolaIn data 29 gennaio 2016 il Tar di Bologna, con sentenza n. 166, ha annullato la delibera del Consiglio di istituto (dell’Ic20) e le tre convenzioni stipulate fra la Dirigente e i tre parroci richiedenti, aventi ad oggetto lo svolgimento di benedizioni pasquali in orario extracurriculare. Il Tar ha rilevato che la la benedizione pasquale cattolica, essendo rito religioso e non attività formativa/culturale, non può essere consentita nei locali scolastici perché non rientra in nessuna di quelle attività, di cui la legge consente lo svolgimento in ambito scolastico. Contro questa sentenza il Ministero della Istruzione, tramite l’Avvocatura Generale di Stato, ha presentato appello al Consiglio di Stato, formulando anche la richiesta di sospendere immediatamente l’esecutività della sentenza, fuori dall’udienza e senza sentire i ricorrenti. Questa mattina (ieri, ndr) il Presidente della VI Sezione ha accolto l’istanza ministeriale e quindi ha sospeso l’esecutività della sentenza con effetto immediato.

Non conosciamo ancora la motivazione del decreto. Ci chiediamo, in particolare, quale sia l’esigenza cautelare, dato che la causa concerne una specifica attività di culto, già effettuata nell’anno 2015. Del pari stupisce la richiesta formulata dal Ministero, idonea a confondere il Giudice amministrativo, dato che – si ripete – la sentenza era relativa a tre scuole dell’Istituto Comprensivo 20 che avevano già celebrato nel 2015 nei locali scolastici la benedizione pasquale impugnata. Il Ministero, dunque, ha voluto segnalare un’urgenza che è meramente politica (una politica che ha ad oggetto lo svolgimento di attività religiose) e certamente non giuridica. Un’esigenza che è stata interinalmente accolta dal Consiglio di Stato, ma che dovrà essere nuovamente vagliata, dopo che anche gli appellati potranno aver fatto sentire la propria voce.

Comitato bolognese Scuola e Costituzione