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Banca Rotta va in Comune: e rilancia

Oggi presidio a Palazzo D’Accursio dopo lo sgombero di ieri: “Chiediamo l’assegnazione temporanea dei locali finché non partiranno i lavori, finché non ci sarà effettivamente l’inizio di un progetto diverso oppure una discussione su un altro spazio”. Nella notte, intanto, smurato l’ingresso dell’ex banca di via Fioravanti.

08 Aprile 2022 - 16:59

“È chiaro che un tavolo politico sugli spazi dove non c’è uno spazio è un contenitore vuoto, chiediamo l’assegnazione temporanea nello spazio nel quale ha trovato casa Banca Rotta finché non partiranno i lavori, finché non ci sarà effettivamente l’inizio di un progetto diverso oppure una discussione su un altro spazio”. Dopo lo sgombero di ieri, questa è la proposta lanciata da Banca Rotta durante un presidio sotto le finestre del Comune. Intanto ieri sera, dopo l’assemblea pubblica convocata al parco di via Gobetti, si è mosso un corteo ed è stato smantellato il muro eretto ieri all’ingresso dell’ex banca dopo l’intervento delle forze dell’ordine. I mattoni sono stati poi posizionati davanti alla vicina sede della Polizia locale. Azione su cui subito si sono sprecate le condanne da parte del centrodestra cittadino. “Non siamo quelli che ereggono muri o che si fermeranno davanti un muro, ma siamo quelli che collettivamente i muri li abbattono”, hanno affermato oggi le/gli attiviste/i di Banca Rotta. Ma i muri sono anche quelli “che ci impongono un certo modo di partecipare ai bandi, di poter interagire all’interno della contrattazione sulla città e della forma che la città deve prendere”, hanno aggiunto.

Per quanto riguarda la proposta di lasciare volontariamente gli spazi di via Fioravanti, fatta dalla vice sindaca Emily Clancy due giorni prima dello sgombero,  secondo Banca Rotta è stata un vero e proprio “ricatto” da parte dell’amministrazione comunale: “La proposta, ci viene quasi da ridere a definirla tale, è stata di una fuoriuscita volontaria dallo spazio, in cambio di potersi tornare a risiedere a un tavolo, a discutere di quello che sono gli spazi pubblici in città, ma senza garanzia che effettivamente ci sarebbe stato poi un’assegnazione dello spazio successivamente”.