Acabnews Bologna

Ateneo, al Consiglio studentesco si apre il tavolo di contrattazione sulla mensa

Per la prima volta un organo istituzionale dell’Università prende in carico il nodo del caro-pasto. Il Cua: “Soddisfatti, ma continueremo a mobilitarci”. E sui mesi di lotta: “Esprimiamo solidarietà a tutti gli studenti processati”.

17 Gennaio 2017 - 17:31

Dopo le numerose autoriduzioni e la dura lotta consumata davanti alla mensa di piazza Puntoni nei mesi scorsi, il Collettivo universitario autonomo ha preso la parola ieri, durante la riunione del Consiglio studentesco, sul tema dei costi dei pasti. Aperto dunque per la prima volta da parte degli organi universitari il tavolo di contrattazione che gli studenti chiedevano da tempo, come riferiscono oggi gli attivisti in un comunicato a firma Studenti contro il caro-mensa: “Ieri siamo stati al Consiglio Studentesco per portare avanti le istanze che già da mesi noi studenti stiamo ponendo all’attenzione dell’Università. Dopo più di tre anni di proteste manifestate in varie forme (flash mob, pranzi sociali, autoriduzioni e cortei), inaspritesi nell’ultimo periodo, finalmente un organo istituzionale ha accettato di riceverci e ascoltare le richieste di centinaia di studenti”.

Queste le tematiche portate in Consiglio: “Durante l’intervento di oggi le richieste che abbiamo fatto sono le stesse che cerchiamo di far prendere in considerazione da anni: la divisione in tre (o più) fasce di reddito per l’accesso al servizio mensa, la gratuità del servizio stesso per i borsisti (escludendo i contributi della borsa), un prezzo massimo calmierato ed accessibile per i non borsisti, adeguato al costo della vita per gli studenti di Bologna ed ai prezzi del servizio mensa delle altre città universitarie italiane. Quello che da anni chiediamo è pertanto che le nostre tasse universitarie siano investite per il miglioramento dei servizi agli studenti, e non nel mantenimento dei celerini appostati in Piazza Puntoni come cani da guardia al soldo dell’Unibo. Vogliamo che sia garantita la libertà di espressione e dissenso in università, che ai bisogni si risponda con soluzioni, non con assurde e pesanti condanne giudiziarie. Ora, dopo tanto tempo, finalmente si è aperto un piano di contrattazione con il Consiglio Studentesco e l’Università che proseguirà quando presenteremo le nostre istanze anche alla Consulta Regionale”.

Dopo un autunno di mobilitazione sul tema dell’accessibilità della mensa, che è costato anche arresti e condanne ad alcuni giovani che si opponevano alla blindatura di piazza Puntoni, “possiamo dunque dirci soddisfatti di questi passi avanti, ma continueremo a mobilitarci fino al conseguimento dei nostri obbiettivi, senza mai perdere di vista l’operato dell’UniBo e quegli 80 milioni di euro stanziati dalla Regione per il diritto allo studio: come ripetuto anche oggi alla prorettrice Trombini, insisteremo continuando a chiedere la trasparenza sull’utilizzo di questi fondi, che devono essere investiti per i veri bisogni di noi studenti. Esprimiamo solidarietà a tutti gli studenti processati, cui qualcuno vuole ingiustamente far pagare l’unica colpa di avere lottato per i propri diritti!”.