Cua: “Attacco al diritto allo studio che fa solo aumentare la competitività, non arretreremo di un millimetro nella nostra determinazione a conquistare la possibilità di accedere per tutti”.
Nell’anno accademico 2016-2017, all’Alma Mater, ventisette matricole in meno potranno iscriversi a medicina, venti a venterinaria, quattordici a ingegneria. E’ l’effetto dei tagli, a livello nazionale, decisi recentemente dal ministero, che ridurranno complessivamente di 1700 i posti disponibili.
Secondo il Collettivo Universitario Autonomo, “si tratta dell’ennesimo attacco al diritto allo studio di studenti e studentesse che avrà come unico effetto quello di aumentare la competitività, già esasperata, tra i candidati. Questo fatto, figlio di una tendenza ormai consolidata da anni, non è altro che l’esplicitarsi di un modello di università-azienda che non fa altro che proiettare sulla formazione quelle che sono le dinamiche tipiche del mondo del lavoro e della produzione.
Si legge inoltre nella nota del Cua: “Il numero chiuso viene fatto passare come un efficientamento del sistema che nel taglio dei posti mette in campo una selezione che premia la qualità e il merito; nella pratica alimenta una narrazione meritocratica che divide il soggetto studentesco e nasconde quella che nei fatti è una progressiva sottrazione di risorse”.
In conclusione, “contro quello che si configura come un nuovo attacco all’università, nei suoi residual istituti universalistici, risulta necessario consolidare, nel terreno della formazione, una pratica politica che sappia costruire al più presto una rigidità antagonista che sappia opporsi a tutto questo.Non arretremo di un millimetro nella nostra determinazione a conquistare la possibilità per tutti di accedere e vivere l’università”.