A Bologna manifestazione nazionale promossa dal Coordinamento per il diritto alla sanità (Cdsa): per ricordare che durante la pandemia “ci sono state colpe gravi da parte di chi aveva responsabilità istituzionali” e per ribadire che “gli anziani malati ricoverati hanno gli stessi diritti dei cittadini che possono uscire e frequentare parenti e amici”.
“Mai più stragi per mancanza di cure sanitarie, per non dimenticare”. E’ il titolo della manifestazione che si è svolta oggi a Bologna, in piazza Re Enzo, su iniziativa del Coordinamento per il diritto alla sanità per le persone anziane malate e non autosufficienti (Cdsa), formato da organizzazioni attive in numerose città italiane e anche emiliano-romagnole. Un appuntamento lanciato per ricordare alle Procure che nel corso della pandemia “ci sono state colpe gravi da parte di chi aveva responsabilità istituzionali”, scrive il Coordinamento, che elenca così le motivazioni della manifestazione: “No a colpi di spugna per chi non ha rispettato le leggi. Per chiedere la riapertura delle Rsa, residenze sanitarie assistenziali (e delle altre strutture) e il rientro immediato dei familiari con visite in presenza e tutti i giorni, per garantire il supporto psicologico ai degenti e il controllo delle attività che vi si svolgono. No a cittadini di serie A e di serie B. Gli anziani malati ricoverati hanno gli stessi diritti dei cittadini che possono uscire e frequentare parenti e amici. Per denunciare che nel recovery plan non ci sono risorse della sanità per assegni di cura per il domicilio, nè per riorganizzare le cure sanitarie nelle Rsa. No agli anziani malati cronici non autosufficienti dati in appalto all’assistenza, al terzo settore e alle organizzazioni caritatevoli. Basta gare al ribasso. Al presidente del consiglio Mario Draghi e al ministro della salute Roberto Speranza chiediamo: la piena attuazione della legge 833/1978 per tutti i malati cronici non autosufficienti, compresi gli anziani e i malati di Alzheimer. I familiari non hanno obblighi di cura, se sono disponibili vanno sostenuti. No a una legge che discrimina gli anziani malati cronici non autosufficienti considerandoli solo soggetti da assistere e scaricandoli fuori dal comparto sanitario”.
Le richieste avanzate dai manifestanti: “Potenziare i servizi sanitari territoriali: ospedalizzazione a domicilio, medicina del territorio, Adi (Assistenza domiciliare integrata); garantire il diritto a un contributo economico (assegno di cura) della sanità ai malati cronici non autosufficienti, perché possano assicurarsi le prestazioni di cui necessitano 24 ore su 24 e per 365 giorni all’anno; riorganizzare le cure sanitarie nelle Rsa (e sostituire le altre strutture Rp, Cra…) che devono rientrare nella filiera del Servizio sanitario; abbattere le rette di ricovero; assicurare le convenzioni senza lista di attesa e la partecipazione dei familiari e dei comitati di cittadini; applicare il contratto della Sanità pubblica a tutti gli operatori sanitari e socio-sanitari; garantire la presa in carico dell’Asl dopo un ricovero in ospedale o in altra struttura sanitaria: basta con le dimissioni selvagge!”.