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Fonderie Atti, avanti a oltranza

Crash: “Non sarà un gioco facile far riabbassare la testa a lavoratori che hanno visto solo un peggioramento costante delle proprie condizioni di lavoro”. Coordinamento Migranti: “Così si sfrutta ai tempo del Jobs act”.

08 Aprile 2015 - 10:51

Presidio Fonderie Atti (foto fb Coordinamento Migranti)Continua la mobilitazione alle fonderie di Bentivoglio. Scriveva il Laboratorio Crash ieri pomeriggio: “Lo sciopero continua senza timori, bloccando i camion in entrata e in uscita e facendo capire alla controparte padronale che non sarà un gioco facile realizzare una pacificazione forzata e far riabbassare la testa a lavoratori che hanno visto solo un peggioramento costante delle proprie condizioni di lavoro. Non a caso, ogni qualvolta si trovavano a passare i principali responsabili dello stabilimento, questi sono stati sempre accolti da un ‘vergogna, vergogna’ che promette di risuonare ancora davanti ai cancelli. Nelle intenzioni e nella determinazione degli scioperanti si andrà avanti ad oltranza, 24h su 24h, fino al ritiro del licenziamento del compagno di lavoro e di lotta”.

Stamattina il Coordinamento Migranti ha diffuso un aggiornamento: “Alle Fonderie Atti-Atlas di Bentivoglio siamo ormai al secondo giorno di blocco. Da ieri si vedono camion contenenti materie prime e semilavorati che si fermano davanti al blocco per poi tornare indietro. Ieri si è visto anche il sindaco, che ha promesso di risolvere la situazione entro stamattina alle 9 intavolando una trattativa, ma chiedendo di rinunciare al reintegro del lavoratore licenziato. Una condizione da subito respinta al mittente. E stamattina del sindaco e della trattativa non c’è neanche l’ombra. Si vede solo la macchina dei carabinieri in sosta da ieri, accompagnata stavolta da una camionetta delle forze dell’ordine. ”

“Si direbbe – osserva il Coordinamento – una lotta di lavoratori in larghissima maggioranza migranti contro un caso di normale sfruttamento cassa integrazione per alcuni, che hanno la ‘colpa’ di essere anziani o in maternità, oltre che di essere sindacalizzati, per scaricare i costi del lavoro sulle casse dello Stato; e nel frattempo si assumono altri, soprattutto interinali, adatti a rispondere just in time alle esigenze della produzione. Ma è anche qualcosa di più: così si sfrutta ai tempi del Jobs Act, quando un imprenditore ‘smart’ si libera di lavoratori ‘old’ per assumerne altri a ‘tutele evanescenti’ e ottenere gli sgravi fiscali”.

Si conclude la nota: “Lottando per il reintegro di un lavoratore, i migranti della Atti-Atlas stanno lottando contro questo paradigma della precarietà. Una lotta in cui permesso di soggiorno e salario si intrecciano, andando a colpire la filiera della produzione che vorrebbe fare dei lavoratori migranti pedine sottopagate e incatenate a un lavoro, a un salario e a un permesso di soggiorno. Contro tutto questo il blocco dei migranti della Atti-Atlas prosegue fino al reintegro del lavoratore licenziato”.