Il Coordinamento dei docenti potenziatori Fase C, l’Usb del pubblico impiego e i Cobas Scuola: “Informare gli insegnanti che da anni lavorano in regione e rischiano di essere assegnati lontano dalla propria provincia di residenza”.
Alla luce di un “breve incontro” avuto con il provveditore dell’Ufficio scolastico provinciale di Bologna, il Coordinamento dei docenti potenziatori Fase C, l’Usb del pubblico impiego e i Cobas Scuola hanno deciso di ribadire “in modo congiunto alcune richieste per evitare qualunque contenzioso con l’amministrazione e per tutelare in trasparenza i diritti di tutti i docenti che concorrono alla mobilità”. Nel comunicato si spiega che le tre sigle ritengono sia “necessario ripristinare i posti su potenziamento decurtati dalla mobilità provinciale accorpando tutti gli spezzoni utili per comporre cattedra e che sarebbero comunque utilizzati per le successive fasi di assegnazioni provvisorie; pubblicare i dati sugli esuberi della scuola secondaria di secondo grado da tutti gli Usp in piena trasparenza al fine di informare in modo corretto i docenti che da anni hanno lavorato in questa regione e che rischiano di essere assegnati lontano dalla propria provincia di residenza. Si nota che per comunicare i trasferimenti di questa fase il ministero ha usato dei nuovi bollettini in cui mancano i riferimenti alla provincia di provenienza di ogni docente e se il docente che ha partecipato a questa fase della mobilità è stato assunto dalle GaE o dalla GM dell’ultimo concorso. Pensiamo che queste mancanze siano di ostacolo al controllo delle procedure e riteniamo che occorra segnalarlo al più presto al ministero”.
Inoltre, “come docenti pensiamo che tutte le organizzazioni sindacali debbano ricevere una corretta informativa sindacale sui dati relativi agli organici e alla mobilità, nonché sulle date e sui contenuti degli incontri che l’Usr e gli Usp emiliani svolgono con Cgil, Cisl, Uil, Snals e Gilda. Infine, auspichiamo che tutti gli Usr e gli Usp si confrontino al fine di trovare una soluzione comune ad una situazione già pesantemente difficile e gravosa per i lavoratori della scuola”.