Prosegue la campagna del Coordinamento Migranti per una moratoria sui permessi di soggiorno nelle zone terremotate. Sabato 30 giugno’012 dalle 10,30 presidio sotto la Prefettura.
Agli effetti nefasti del terremoto in Emilia, la legge Bossi Fini rischia di aggiungere un disastro in più. La perdita della casa o del lavoro, per i migranti delle zone terremotate, significa infatti anche la perdita dei requisiti per rinnovare il permesso di soggiorno. Una conseguenza del legame permesso di soggiorno – contratto di lavoro, punto cardine del ricatto imposto per legge nei confronti dei migranti. Oggi sono in migliaia ad essere esposti a questo rischio, se si conta che nelle province di Modena, Reggio Emilia, Ferrara e Mantova i migranti residenti sono complessivamente più di 320mila.
Il Coordinamento Migranti di Bologna e provincia ha intrapreso da qualche settimana la campagna per chiedere una moratoria. La richiesta è che sia garantito ai migranti vittime del terremoto il rinnovo del permesso o della carta di soggiorno anche se nei prossimi 2 anni non saranno in grado di soddisfare i criteri di lavoro, reddito e abitazione previsti dal Testo unico sull’immigrazione. A ciò si aggiunge la richiesta di cancellazione per due anni della tassa di rinnovo del permesso, e di garanzia di un uguale trattamento nei soccorsi e nell’assistenza, indipendentemente dal possesso o meno del permesso di soggiorno. Richieste rivolte al Governo, ma anche alle Prefetture e Questure del territorio perché diano un segnale.
“Siamo una parte importante del Paese, lavoriamo e contribuiamo all’economia italiana, i nostri figli sono nati e studiano qui: ecco perche’ non ce ne andremo a causa del terremoto o della crisi ma chiediamo un segnale concreto non solo da parte di Prefettura e Questura ma anche da parte del Comune”. Più di 700 le firme raccolte fin qui. Sabato 30 giugno si svolgerà un presidio alle 10.30 sotto la Prefettura, in piazza Roosevelt.