È legale da quattro anni ma la Regione ce ne ha messi due per iniziare a somministrarla, e ancora oggi nel 98% dei casi l'interruzione farmacologica avviene in day hospital. Intanto, in Emilia-Romagna diminuiscono gli obiettori di coscienza tra ginecologi e anestesisti.
“Siamo antifasciste transfemministe e per noi vale una sola legge: l’autodeterminazione!”
Nel giorno del 44esimo anniversario dall'approvazione della Legge 194, azioni comunicative in luoghi "in cui si riproduce la violenza antiabortista sui nostri corpi: una delle sedi del Movimento per la vita, l'ospedale Maggiore e una farmacia notoriamente antiabortista".
Aborto: la mappatura dal basso dell’obiezione di coscienza in Emilia-Romagna
A pubblicare i risultati della ricerca sull'accesso all'interruzione volontaria di gravidanza in regione è il collettivo Mujeres Libres, che insieme a La Mala Educacion, Laboratorio Smaschieramenti e Non Una Di Meno Bologna invita a partecipare al corteo per l'aborto libero sicuro e gratuito che si terrà il 28 settembre con concentramento in piazza del Nettuno.
Sulla Ru486: “Una battaglia è vinta, ma il nostro attacco non si ferma”
Mujeres Libres Bologna: "Salutiamo positivamente l'aggiornamento delle linee guida", ma intanto "la situazione in Italia rimane grigia. Il livello di obiezione di coscienza è elevatissimo, e noi che siamo in Emilia, una delle regioni considerate tra le meno colpite, sfioriamo il 60%".
Aborto, in Emilia-Romagna aumentano i ginecologi obiettori
L'ultimo rapporto della Regione rende noto che nel 2018 la percentuale è salita al 55,5%: era al 50,5% nel 2017 e al 49,8% nel 2016. A Bologna va molto peggio con il Sant'Orsola: si arriva intorno al 70%.