La Procura generale ha deciso di avocare a sè il fascicolo, sostituendosi così ai pm che avevano chiesto di archiviare le indagini.
Nonostante la richiesta di archiviazione che era stata avanzata dai pm, prosegue l’inchiesta sui mandanti della strage alla stazione di Bologna del 2 agosto 1980: questo dopo che, stamattina, a sorpresa la Procura generale ha deciso di avocare a sè il fascicolo, sostituendosi così ai pm che finora hanno gestito le indagini.
La Procura generale è l’ufficio dei pubblici ministeri presso la Corte d’appello (analogamente, la Procura che per prima apre le inchieste a seguito di notizia di reato fa riferimento al Tribunale ordinario) e ha tra le sue prerogative appunto la facoltà discrezionale di assumere le indagini preliminari, esautorando i magistrati precedentemente incaricati, qualora, in presenza di una richiesta di archiviazione, il gip giudichi ammissibile un’istanza di opposizione come quella, corredata da un corposo dossier, avanzata in questo caso dall’associazione dei parenti delle vittime. “Si potrà fare chiarezza su tanti fatti irrisolti”, commentano oggi soddisfatti i familiari. Nel giro di due giorni è la seconda importante novità nell’ambito delle inchieste sulla strage: proprio ieri, infatti, è stato rinviato a giudizio Gilberto Cavallini, ex militante dei neofascisti Nar, che sarebbe stato il complice dei tre esecutori già condannati in via definitiva.