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Spray ai vigili, taser a Polizia,
Carabinieri e Gdf: per quale guerra?

Parte l’ordine di acquisto di 400 bombolette urticanti per la Municipale, mentre a Roma Salvini dà il via alla sperimentazione della pistola elettronica: arriverà sotto le Torri e in altre 10 città tra cui Reggio Emilia.

05 Luglio 2018 - 11:23

Bologna potrebbe apprestarsi a diventare una città più violenta, per mano di chi della violenza ha il monopolio legale. Da ieri infatti è una delle undici città dove Polizia di Stato, Carabinieri e Guardia di Finanza sperimenteranno l’uso del taser, insieme a Reggio Emilia, Firenze, Padova, Padova, Milano, Torino, Napoli, Caserta, Brindisi, Palermo e Catania. Lo ha disposto, ieri, il decreto firmato dal ministro dell’Interno Matteo Salvini. Un gruppo interforze, secondo quanto scrive il Viminale, sta mettendo a punto un apposito disciplinare.

Non è tutto, perché anche per la Polizia Municipale è arrivato il momento della svolta muscolare: martedì il capo dei vigili ha infatti autorizzato una spesa di 34.000 euro per acquistare 400 bombolette di spray al peperoncino (Oleresin capsicum), rendendo effettiva la delibera approvata ad aprile da Palazzo d’Accursio. Si tratta, per la precisione, del prodotto “Rsg 2 All Round” venduto della società Defense systems di Modena.

L’utilizzo, si legge nella determina firmata dal comandante della Municipale, è consentito “esclusivamente per difesa personale quando vi è pericolo attuale di un’offesa ingiusta rivolta a sé o altri e non altrimenti evitabile”. Una formulazione tutt’altro che stringente: è evidente che la valutazione di detto pericolo sia affidata alla discrezionalità dell’agente sul campo, per quanto siano previsti “appositi corsi che prevedano, oltre all’addestramento all’uso, anche un’adeguata formazione relativamente ai presupposti normativi che legittimino l’eventuale utilizzo” delle bombolette.

Insomma, presto tutte le forze in divisa che operano in città avranno in dotazione nuovi strumenti molti dolorosi dispiegabili nelle operazioni di ordine pubblico. Resta da capire perché: per quale guerra deve prepararsi la città?

 

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