Aula magna blindata per l’inaugurazione dell’evento targato Alma Mater. Le forze dell’ordine bloccano la contestazione di Hobo e Noi Restiamo su via Castiglione: “Il rettore Dionigi si nasconde dietro i soliti caschi blu”.
Dentro Massimo Cacciari che parla di libertà e autonomia, fuori la Polizia che respinge gli studenti. E’ la scena che si è vissuta in via Castiglione, nei pressi dell’aula magna di Santa Lucia, dove si è svolta la cerimonia di apertura della ReUniOn, il “grande evento” voluto dal rettore Ivano Dionigi a fine mandato: il taglio del nastro, con contestuale proclamazione dei dottori di ricerca, da programma si sarebbe dovuto svolgere in piazza Maggiore ma all’ultimo momento l’Università ha spostato l’appuntamento in aula magna, fornendo come motivazione quella del maltempo. Il collettivo Hobo ha deciso di scendere in piazza, con l’obiettivo di contestare “l’ennesima pagliacciata del sistema Pd-mafia che, da Merola a Dionigi, si autocompiace della sua corruzione tra quattro mura, mentre fuori dilagano la precarietà e la disoccupazione giovanile. La mafia di Bologna siete voi!”. Presenti anche gli attivisti della campagna Noi Restiamo, per una “giornata di contestazione contro la mala università voluta dal rettore Dionigi e dal blocco di potere Pd”.
Arrivati in via Castiglione dietro uno striscione con scritto “Sfruttamento. Corruzione. Manganellate. Ecco la vostra Reunion di famiglia”, i manifestanti sono stati bloccati da un cordone di forze dell’ordine. “Il rettore Dionigi, arroccato tra le mura del suo piccolo castello- commenta Hobo- si nasconde dietro le solite fila di caschi blu. Cosa aspettarsi dal pavido Dionigi? È quello dei 2,80 euro ai lavoratori dell’Unibo, quello delle manganellate agli studenti che provano a entrare ad un evento pubblico, quello delle misure cautelari ai suoi studenti, quello candidato sindaco per il Partito-Nazione Pd. Noi non baciamo le mani, noi non ci stiamo più!”. In seguito, blitz in piazza Santo Stefano dove “interrompiamo la proiezione del Reunion Day. Il nostro dissenso contro i loro discorsi autoreferenziali”, racconta Noi Restiamo. Già oggi pomeriggio il Cua aveva contestato l’evento targat Alma Mater, occupando l’infopoint installato in piazza Verdi.