Nonostante la manovra correttiva del governo per controllarne la tracciabilità contro il lavoro nero, nel mese di gennaio sono stati emessi 8,9 milioni di buoni lavoro.
Continua a crescere il numero dei voucher per i lavoratori rilasciati dall’Inps in Italia. Secondo i dati aggiornati dall’osservatorio sul precariato dell’istituto, nell’ultimo mese di gennaio sono stati venduti 8,9 milioni di voucher. Un numero che, nonostante la tentata manovra correttiva del governo, è comunque aumentato rispetto allo stesso periodo dello scorso anno quando i buoni venduti erano stati 8,5 milioni.
Ogni ticket, dal valore nominale di 10 euro, dovrebbe corrispondere a un’ora di lavoro: circa 7 euro nette per il lavoratore e 3 per il pagamento di Inps, Inail e spese di emissione. Ma come è stato possibile riscontrare dal momento del loro ingresso nel mercato, sono spesso diventati un mezzo per coprire il lavoro nero al punto da spingere il governo a emanare un decreto per costringere i datori di lavoro a comunicare preventivamente la prestazione. Se fino a qualche mese fa era possibile tenere in tasca un solo voucher e con quello riuscire a giustificare un’intera giornata lavorativa ad un eventuale ispettore del lavoro perché lo scontrino non specificava l’entità della prestazione, dall’ottobre 2016 è stato introdotto l’obbligo di comunicazione preventiva dell’orario per aumentarne la tracciabilità. Ma, leggendo i numeri, è evidente che il nuovo dispositivo non stia scoraggiando i datori di lavoro a continuare a sfruttarli.