Attualità

Regno Unito / Manifestazioni contro le tasse universitarie, assolti studenti

A più di due anni dalle grandi manifestazioni studentesche in Gran Bretagna contro i tagli e l’aumento delle tasse universitarie, sono stati assolti alcuni studenti, accusati di disordini violenti nel corso di quelle proteste.

11 Marzo 2013 - 11:38

(Da LibCom – traduzione del Collettivo Volya)

Dopo anni di incertezze e due processi nulli, Alfie Meadows e Zak King sono stati ritenuti non colpevoli all’unanimità rispetto all’accusa di disordini violenti nel corso di una manifestazione contro le tasse universitarie e i tagli all’educazione del 9 dicembre 2010. Alfie è stato colpito così violentemente dalla polizia quel giorno che ha avuto bisogno di un intervento chirurgico d’urgenza della durata di 3 ore a causa di un’emorragia interna nella testa.

Quello che segue è il comunicato stampa di Defend the Right to Protest, che ha supportato incessantemente Zak, Alfie e altre vittime della violenza e delle persecuzioni poliziesche.

“La lotta per la giustizia per mio figlio è finalmente iniziata”
(Susan Matthews, madre di Alfie Meadows).

Oggi una giuria ha emesso un verdetto unanime di assoluzione nei confronti di Alfie Meadows e Zak King, accusati di disordini violenti. Alfie e Zak erano tra le migliaia di studenti scesi in piazza il 9 dicembre 2010 contro il triplicare delle tasse universitarie, i tagli all’educazione superiore e agli assegni di mantenimento per l’educazione.

Zak e Alfie hanno dovuto aspettare più di due anni e passare attreaverso il calvario di tre processi per veder ripulito il loro nome.Nel frattempo, il processo ha richiesto un tributo pesante alle famiglie di Zak e Alfie, con Zak che ha dovuto vedere trascinato davanti alla corte il suo fratello più piccolo, imputato delle stesse false accuse.

Il processo ha anche evidenziato lo stesso modello di criminalizzazione e vittimizzazione da parte della polizia e del CPS [Crown Prosecution Service, la nostra Procura, NdT], che abbiamo visto in azione anche nei casi della tragedia di Hillsborough e dello sciopero dei minatori a Orgreave.

Alla stessa manifestazione, Alfie ha ricevuto una manganellata alla testa che ha richiesto un intervento chirurgico salvavita di urgenza. Mentre la polizia è finora sfuggita ad ogni forma di responsabilità per le loro azioni, Alfie era stato accusato di disordini violenti e ha dovuto lottare per ripulire il suo nome prima di iniziare finalmente a percorrere la strada verso la giustizia.

Dei 15 manifestanti che si sono dichiarati non colpevoli rispetto alle accuse di disordini violenti per la manifestazione del 9 dicembre 2010, fino ad ora 14 sono stati dichiarati non colpevoli. In un momento di tagli senza precedenti ai finanziamenti pubblici, è atroce che la polizia e la CPS abbiano sprecato denaro nel perseguimento della criminalizzazione di manifestanti.

Il processo ci ha permesso di esaminare ciò che è accaduto il giorno della protesta. I manifestanti pacifici e sottoposti a contenimento da parte della polizia [il cosidetto kettling NdT] sono stati caricati con i cavalli e soggetti ad un uso indiscriminato del manganello. Quando l’avvocato di Alfie, Carol Hawley, ha chiesto davanti ai giudici al’ufficiale Wood, responsabile dell’operazione di terra di quel giorno, se i manganelli erano stati usati come ultima risorsa, la sua risposta è stata che l’uso di una mitragliatrice contro i manifestanti sarebbe stata il ultima istanza. È emerso che la polizia ha anche considerato l’uso di proiettili di gomma contro gli studenti che manifestavano.

Il trattamento subito da Alfie e da altri studenti è in netto contrasto con la mancata inchiesta per stabilire le responsabilità della polizia nell’usare tattiche violente e le ferite causate ai manifestanti. Sulla scia di questo verdetto ci viene ricordato che dobbiamo lottare insieme per difendere il nostro diritto a manifestare e per la giustizia di tutte le vittime della violenza poliziesca.

“La lotta per la giustizia per mio figlio è finalmente iniziata. L’intera famiglia ha attraversato due anni di agonia assoluta. Siamo stati messi a tacere su quello che era successo a nostro figlio. Ora possiamo passare alla questione fondamentale: avere giustizia per Alfie”
(Susan Matthews, madre di Alfie).