Nel cuore della notte le forze dell’ordine hanno fatto irruzione al campo di uliveti presidiato dal comitato contro il gasdotto. A rischio ci sono gli alberi d’olivo già estirpati dal terreno che rischiano di morire.
(da Radio Onda d’Urto)
Nella notte le sedicenti forze dell’ordine sono tornate in forze ad attaccare il presidio permanente No Tap in località San Basilio a San Foca, Marina di Melendugno (Lecce), scortando numerosi mezzi da lavoro. Impressionante il dispiegamento di uomini messo in campo dalla questura. Abbattute le barricate che erano state erette nelle strade a ridosso della zona del cantiere del maxigasdotto Tap dopo la sentenza del Tar del Lazio. I No Tap, tramite i social network e diverse foto e video, denunciano abusi durante le operazioni sbirresche che hanno cercato di coglierli di sorpresa. In particolare hanno fatto sapere di essere stati bloccati per lungo tempo da un cordone di celerini dentro una proprietà privata dalla quale non potevano uscire. L’invito è quello di raggiungere il presidio.
In un nuovo incontro tenutosi ieri alla presenza del prefetto Claudio Palomba, dei vertici del consorzio e dei tecnici agronomi della regione Puglia, seguito al sopralluogo effettuato lunedì scorso dagli agronomi regionali, ieri era stata ribadita la necessità di provvedere a sistemare al più presto nei vasi gli 11 ulivi eradicati con la zolla che raccoglie le radici nel lotto A1 e che rischiano altrimenti di seccare. Tap aveva espresso la necessità di procedere all’invasamento entro il prossimo 30 aprile, visto che dopo non sarebbe possibile più farlo fino a novembre, come previsto dalla legge regionale. Secondo i tecnici dell’Osservatorio fitosanitario regionale e del Servizio provinciale dell’Agricoltura aspettare dopo l’estate avrebbe comportato una morte sicura per gli ulivi già zollati per via delle radici già recise. Gli attivisti del comitato No Tap avevano invece chiesto che le piante non fossero eradicate e messe nei vasi ma lasciate e curate sul terreno.