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No Coop al ministero del Lavoro: “Basta appalti al massimo ribasso”

Lavoratori e attivisti ricevuti da un funzionario del dicastero: “Abbiamo ottenuto un incontro con il direttore della direzione provinciale e l’impegno a trasmettere le nostre richieste a Poletti”.

23 Maggio 2014 - 15:56

No Coop al ministero del Lavoro (foto No Coop)Questa mattina ci siamo recati presso la sede del Ministero del Lavoro di Bologna con l’intenzione di chiedere al direttore di inoltrare le nostre richieste direttamente al Ministro Poletti.

Abbiamo esposto lo striscione e le bandiere NoCoop per rendere evidente la presenza di lavoratori e precari di varie cooperative attive sul territorio. Siamo stati ricevuti dal Facente funzioni, essendo il dottor Pisanti fuori Bologna. Abbiamo esposto le nostre rivendicazioni (indicate qui di seguito).

L’incontro è stato positivo e alcuni lavoratori hanno avuto la possibilità di esprimere direttamente tutta la loro frustrazione e indignazione per una situazione di sempre più pesante sfruttamento anche in settori quali il sociale e l’edilizia. Gli stessi lavoratori degli uffici ministeriali hanno ascoltato con attenzione e solidarietà le ragioni della mobilitazione.

Alla fine del colloquio abbiamo ottenuto la fissazione di un incontro con il Dott. Pisanti, Direttore della Direzione provinciale di Bologna e il conseguente impegno di trasmettere direttamente le nostre richieste al Ministro Poletti, che già dovrebbe conoscere piuttosto bene il mondo delle cooperative.

Assemblea Student* Lavorator* Precar*

No Coop

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> Le rivendicazioni:

Cancellazione di tutti i CCNL che prevedono una retribuzione al di sotto della soglia di povertà a partire dal contratto Vigilanza, servizi fiduciari (2,80 euro l’ora netti);

Intervenire affinché nella definizione delle tariffe degli appalti venga rispettato un costo del lavoro che preveda i soli contratti che garantiscono una retribuzione dignitosa;

Intervenire sulla pubblica amministrazione (erogatrice del maggior numero di appalti) affinché sia obbligatorio il rispetto dei principi fondamentali, un’adeguata retribuzione, continuità lavorativa,la fine del cottimo e della precarietà;

Intervenire per bloccare gli appalti al massimo ribasso banditi dalle centrali di appalto nazionali (Consip) e regionali;

Rafforzare il potere di iniziativa ispettiva del Ministero e aumentare l’investimento in termini di nuova assunzione di personale e strutture adeguate a tale attività;

Intervenire in maniera decisa e soprattutto preventiva per metter fine a un sistema di collusioni strutturali tra potere economico e potere politico.

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> Il volantino distribuito al Ministero del Lavoro:

No Coop, sì dignità!

Ritorniamo a fare visita al ministro del lavoro. Già, perché per fare visita a Poletti eravamo già stati a Rimini, quando il ministro capo di Legacoop era stato invitato dalla Cgil. In quell’occasione non eravamo stati fatti entrare dagli schieramenti della polizia e del servizio d’ordine confederale, quasi indistinguibili gli uni dagli altri. Chi di noi era riuscito a prendere posto in sala, è stato bruscamente strattonato e sbattuto fuori dai funzionari della Cgil. In quell’occasione volevamo leggere un comunicato, collettivamente scritto dalle lotte che da mesi stiamo portando avanti contro i contratti vergogna imposti dalla Coopservice all’Università di Bologna, sottoscritti dalla complicità di Cgil e Cisl. Per dire che se le vostre politiche del lavoro sono basate su un modello che prevede meno di tre euro all’ora, estrema ricattabilità e nessun diritto, noi ci opponiamo senza se e senza ma.
Siamo oggi qui come delegazione di student*, lavorator* dell’Unibo appaltati a Coopservice, precar* delle cooperative sociali per dire che abbiamo individuato nel modello di Legacoop e delle multinazionali delle cooperative un meccanismo di sfruttamento e ricatto. È il meccanismo che vediamo all’opera all’università così come nelle imprese della logistica, nel sistema scolastico e in quello sanitario. Perciò dire “No Coop” significa battersi contro un blocco di potere e contro la precarizzazione selvaggia; significa creare una vera cooperazione radicalmente differente, autorganizzata, libera dai profitti per pochi e dalla mancanza di diritti per molti.
Dopo mesi di scioperi, picchetti, blocchi e iniziative pubbliche di discussione, abbiamo ottenuto dei primi importanti risultati, a partire dal riconoscimento delle lotte e dell’autorganizzazione sindacale come unica forma di rappresentanza dei lavoratori. Ma questo non ci basta: sia perché vogliamo il pieno rispetto di tutte le nostre rivendicazioni collettive, sia perché la mobilitazione va avanti oltre l’Università di Bologna. Va avanti per costruire uno spazio comune di confronto e iniziativa, perché ora sappiamo bene che è l’unificazione delle lotte l’arma più potente nelle nostre mani. Per abolire tutti i contratti vergogna, quelli che impediscono di arrivare alla fine del mese, quelli che ci riducono in povertà anche se lavoriamo 12 ore al giorno. Per rivendicare tutele e garanzie, reddito diretto e indiretto, servizi di qualità e per tutt*. Per affermare la dignità di lavorator*, student* e precar*, che significa innanzitutto il diritto di rifiutare condizioni occupazionali e salariali di merda. Per superare il sistema di sfruttamento delle cooperative e impedire che diventi un modello generale delle politiche del lavoro. Per cambiare il nostro presente e immaginare collettivamente un altro futuro.

Assemblea student*-lavorator*-precar*