Si contano oltre 8.000 procedimenti pendenti, circa 5.000 quali iscritti nel 2019: secondo i calcoli della magistratura, nell’anno in corso 3.000 pratiche diventeranno ultratriennali e quindi saranno esposti alle conseguenze della legge Pinto, che consente di chiedere un risarcimento a causa dell’irragionevole durata di un processo.
Maxi-arretrato per la sezione “Immigrazione, protezione internazionale e libera circolazione cittadini Ue” del Tribunale di Bologna: al 31 ottobre scorso erano 8.314 i fascicoli pendenti. Il dato compare nella relazione diffusa dalla Corte d’appello per l’inaugurazione del nuovo anno giudiziario. Inoltre, delle 8.314 pendenze ben 5.228 sono relative a procedimenti iscritti nel 2019. “La capacità di definizione della sezione si attesta mediamente su poco più di 3.000 fascicoli annui”, di cui circa un terzo riguardano i procedimenti urgenti, ha spiegato la Corte d’appello: “Se quindi anche il prossimo anno circa 1.000 definizioni riguarderanno procedimenti urgenti, nell’anno 2022 matureranno la ultratriennalità (e saranno dunque esposti alle conseguenze indennitarie previste dalla legge Pinto) oltre 3.000 fascicoli, atteso che soltanto 2.000 definizioni potranno intaccare l’arretrato del 2019”. La legge Pinto citata nella relazione è la norma che consente di chiedere un risarcimento a causa dell’irragionevole durata di un processo.