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La piattaforma assume? Ma “con esclusioni illegittime e senza visite mediche”

Molte le segnalazioni raccolte tra i fattorini sulla “confusione disorganizzativa da parte di Just Eat, che da oltre un mese sta reclutando il personale per il passaggio al contratto subordinato”, scrive Riders Union: una situazione che va chiarita, altrimenti “siamo pronti ad incrociare le braccia per scendere in strada a denunciare pubblicamente le inadempienze”.

31 Maggio 2021 - 14:40

“Tantissimi rider di Just Eat denunciano disorganizzazione, esclusioni e mancate visite mediche”, racconta Riders Union dopo aver allestito due giorni fa un gazebo in piazza Nettuno “per fornire supporto e informazioni ai tanti riders ed invitare a rivolgersi per qualsiasi problematica allo Sportello Rider che da un mese abbiamo attivato insieme all’Adl Cobas Emilia-Romagna”. In questa occasione “abbiamo incontrato tantissimi colleghi ed in particolare quelli di Just Eat hanno denunciato una generale situazione di confusione disorganizzativa da parte della piattaforma che da oltre un mese sta reclutando il personale per il passaggio al contratto subordinato e al nuovo modello Scoober”, riferisce il sindacato dei riders: “Alla farraginosa gestione delle assunzioni, fortemente burocratizzata e esclusivamente digitale che ha generato non pochi casi di illegittima esclusione di ‘vecchi’ rider Just Eat nonostante il diritto di precedenza o di rifiuto di nuove candidature per motivi inspiegabili, alla generale insoddisfazione per le deroghe ai livelli salariali rispetto al Ccnl di riferimento, si somma una grave mancanza sul lato della tutela della salute e della sicurezza. Solo nella nostra città infatti decine e decine di lavoratori e le lavoratrici sono buttati in strada senza la possibilità di una visita medica preassuntiva, o senza aver ricevuto il certificato di idoneità a controllo medico effettuato, dunque rischiando di lavorare in presenza di patologie che potrebbero risultare dannose o addirittura fatali”.

Secondo Riders Union “è il medesimo comportamento delle multinazionali di Assodelivery come Deliveroo, Glovo e Uber Eats che continuano ad applicare trattamenti e contratti indecenti, che espongono tutt* noi ad enormi rischi e al ricatto della trappola del cottimo. Tutto questo è inaccettabile perché non basta un Accordo a cancellare il fatto che in Italia nel primo quadrimestre del 2021 sono 306 le morti sul lavoro (dati Inail) e ovviamente i più colpiti sono coloro, come noi rider, che non si sono mai fermati. Morire per strada, o in conseguenza di un incidente, accade soprattutto in ragione di una mancanza di dispositivi di tutela individuale e per una presenza ancora massiccia del cottimo. Lo ha riconosciuto anche il Tribunale di Milano con la mega-sanzione alle aziende del 24 febbraio scorso per violazione delle norme sulla sicurezza. Ce lo dicono le morti dei colleghi Adriano Urso e Romulo, che avevano perso il lavoro e sono morti in strada a per pochi euro a sera. Negli scorsi mesi le lotte che portiamo avanti da anni ci hanno permesso di arrivare alla firma di un Protocollo ministeriale per la salute e la sicurezza dei e delle rider, nonché all’introduzione del contratto subordinato in Just Eat con il quale in teoria dovrebbero essere garantiti diritti e tutele. Ma tutto questo non basta se poi diritti e tutele rimangono sulla carta e tutto rimane come prima: Just Eat non può utulizzare il contratto sottoscritto come semplice spot da agitare per accreditarsi come player etico nella consegna dei pasti a domicilio. Le risposte non possono tardare ad arrivare: chiediamo a Just Eat di chiarire al più presto una situazione vergognosa, dove addirittura i rider si stanno vedendo recapitare contestazioni per assenza nei turni assegnati se non possono lavorare in assenza della visita medica o aver ricevuto l’idoneità, ed effettuare preliminarmente la visita preassuntiva prima di contrattualizzare i lavoratori e le lavoratrici. Senza dimenticare che anche le aziende di Assodelivery devono risedersi a parlare con i rider del coordinamento RiderXiDiritti e accordarsi per una regolamentazione adeguata del settore. Se le risposte tarderanno ad arrivare o saranno inadeguate e insufficienti noi siamo pronti ad incrociare le braccia per scendere in strada a denunciare pubblicamente le inadempienze e le condizioni vergognose cui siamo costretti ad essere sottoposti, utilizzando tutti gli strumenti a nostra disposizione”.