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La Fiom non vede gli operai infuriati che rincorrono i manager

Nulla di fatto a un incontro in Provincia per la vertenza Otis-Ceam, i dirigenti scappano dal retro per evitare i lavoratori in presidio, che però li vedono e li rincorrono, bloccati dai Carabinieri. Il sindacato sorvola sull’episodio.

17 Ottobre 2012 - 16:01

Non solo non ne ha parlato quasi nessun quotidiano, ma anche la Fiom nei suoi comunicati si è dimenticata di riportare un piccolo particolare: la rabbia di chi è deciso a lottare per non perdere il lavoro. La storia è questa: i dipendenti bolognesi della multinazionale Otis-Ceam ieri hanno presidiato la sede della Provincia, in via Zamboni. Loro fuori a protestare, dentro istituzioni e dirigenti che discutevano dell’annunciata chiusura dello stabilimento, con le attività che già in questi giorni vengono lentamente delocalizzate in Spagna. Tutto riportato nei dettagli dalla Fiom, che sul proprio sito sfoggia in abbondanza foto di trombette, striscioni e operai sorridenti.

Quello che la Fiom ha dimenticato di raccontare è la rabbia degli operai e la corsa verso la dirigenza, che è letteralmente scappata dal retro. Quando i manager si sono alzati dal tavolo senza dare risposte concrete, gli operai hanno chiesto di vedere in faccia i responsabili della chiusurura dello stabilimento e della perdita di 90 posti di lavoro. Per tutta risposta la dirigenza è uscita dall’ingresso secondario del palazzo della Provincia, sperando di andarsene senza troppo clamore. Cosa che non è successa, con gli operai che si sono messi a correre urlando insulti verso i manager. A impedire il contatto i soliti carabinieri arrivati in forze e pronti a salvaguardare la tranquillità della dirigenza intenta a negoziare 90 licenziamenti. “Sono scappati come ladri”, “Fanno schifo, non hanno nemmeno il coraggio delle proprie azioni”. Questo il tono dei commenti dei lavoratori infuriati. Un particolare: Otis è stata partner ufficiale del Concerto per l’Emilia del 25 giugno. Tre mesi dopo l’annuncio di voler licenziare 90 persone. “Ecco la solidarietà dei padroni”.