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La Fiera che licenzia? Intanto ne arrestano il direttore

Franco Bruzzone ai domiciliari nell’ambito di un’inchiesta della Procura di Torino. Usb: “Azzerare i vertici della società e ritirare gli esuberi”. Sgb: “Che credibilità? Soci pubblici comincino a fare pulizia”.

12 Luglio 2016 - 19:52

Bologna Fiere - © Michele LapiniMentre la Fiera di Bologna vorrebbe licenziare 123 persone, procedura al momento sospesa, succede che proprio il direttore della suddetta Fiera venga arrestato. E’ successo oggi: il manager Antonio Bruzzone è finito ai domiciliari nell’ambito di un’inchiesta della Procura di Torino, che ipotizza il reato di turbativa della gara bandita per la concessione dell’organizzazione del Salone del libro per il triennio 2016-2018. In carcere sono finite altre tre persone che fanno capo alla Fondazione del Libro, a Gl Events e a Lingotto Fiere. A Bruzzono i pm torinesi contestano di essere sceso a patti con Gl Events per non candidare il quartiere espositivo di Bologna alla gestione del Salone del libro: avrebbe trovato un ‘accordo’, tant’e’ che poi la Fiera non diede seguito ulteriore alla manifestazione di interesse in risposta alla gara per la kermesse piemontese. Il presidente della Fiera, Franco Boni, ha commentato: “Non conosco nei dettagli la vicenda che coinvolge, purtroppo, il nostro direttore generale Bruzzone”, ma
a lui “sono vicino con solidarietà e affetto”.

Sulla novità del giorno interviene subito l’Usb: “Se il direttore generale di BolognaFiere è stato arrestato, la procedura di licenziamento dei 123 lavoratori è ancora valida? Appena poche ore dopo aver firmato unilateralmente la sospensione della procedura di mobilità di 123 lavoratori della Fiera di Bologna, il direttore Bruzzone è stato tratto agli arresti domiciliari dalla Guardia di Finanza nell’ambito dell’inchiesta sulle concessioni per
l’organizzazione del Salone del libro di Torino. La Guardia di Finanza, inoltre, avrebbe perquisito gli uffici di via Michelino. Quale credibilità ha ora la procedura di licenziamento collettivo messa in campo da BolognaFiere, a detta del presidente Franco Boni per convincere le banche ad erogare il credito necessario ad intervenire a tuttotondo sul
quartiere e sull’ammodernamento delle strutture della Fiera? Quale è la credibilità del direttore generale Antonio Bruzzone che fino a marzo scorso prevedeva un pareggio di bilancio, salvo poi tirare fuori un buco da 8.9 milioni, e poi addirittura finire in manette per turbativa d’asta? È questo il ‘vero’ valore aggiunto per convincere le banche ed i
finanziatori a allargare il cordone della borsa, certi che i loro investimenti siano nelle mani giuste? Alla luce di questi sviluppi, al di là delle valutazioni sindacali da fare insieme ai lavoratori ed al consiglio dei delegati, riteniamo necessarie le dimissioni dei vertici di BolognaFiere, dal presidente Boni al direttore del personale Biagi fino allo stesso Bruzzone, per consentire così alla magistratura di svolgere appieno tutte le indagini e ovviamente ritirare definitivamente la procedura di licenziamento dei 123 part time della fiera”.

Questo invece il commento dell’Sgb: “Siamo stati facili profeti quando il 6 luglio abbiamo scritto in un comunicato pubblico che ‘la natura del buco di bilancio di BolognaFiere deve essere verificata fino in fondo e non ci meraviglierebbe se, anche a Bologna, si scoprisse un sistema affaristico-politico-imprenditoriale colluso con la criminalità organizzata che, con l’inchiesta resa nota oggi dalla procura di Milano, sembra essere diventato sistema negli ambiti fieristici a partire da Expo’. Oggi, infatti, hanno arrestato Bruzzone, il direttore generale di BolognaFiere, che ieri pomeriggio sedeva al tavolo di trattativa come ‘braccio destro’ di Franco Boni il quale gli ha consegnato molte deleghe che erano in capo all’ex presidente Campagnoli. A questo punto, al prossimo tavolo di trattativa previsto per il 15 luglio, Boni non si azzardi a porre il problema del costo del lavoro delle 123 persone perbene per le quali non va mai più riaperta la procedura di mobilità ma venga a dettagliare quanto è costato il malaffare e la mala gestione. Da lì e solo da lì bisogna partire per risanare i conti di Bolognafiere. Non siamo disponibili ad altro. Del resto con quale credibilità vorrebbero parlare delle linee guida del piano industriale che proprio Bruzzone doveva formalmente presentarci? I soci pubblici di Bolognafiera non balbettino ma comincino a fare pulizia”.