Appello del Coordinamento dei potenziatori dopo un incontro con l’Ufficio scolastico. Ieri al Laura Bassi assemblea degli studenti in strada; i Partigiani della scuola pubblica: “Negare spazi di discussione è regime”.
Il Coordinamento dei potenziatori della scuola di Bologna invita tutti i colleghi a boicottare lo svolgimento delle supplenze quando, da orario, bisognerebbe essere in classe a fare didattica. L’appello è stato diffuso dopo il presidio che il Coordinamento ha svolto qualche giorno fa davanti all’Ufficio scolastico, incontranto il dirigente Giovanni Schiavone: “Sulla questione dell’utilizzo del personale assunto sul potenziamento il dott. Schiavone ha confermato che vale per tutti i docenti quanto scritto nel Ccnl del 2006: orario settimanale fisso e concordato, utilizzo dei docenti potenziatori nelle classi, prioritariamente sulla didattica rispetto alle sostituzioni. In particolare, alla nostra richiesta ha ribadito esplicitamente che il docente del potenziamento che ha programmato un intervento didattico in una classe non può essere dirottato su altre per supplire alle assenze brevi dei colleghi. Pertanto invitiamo tutti a rifiutarsi di accettare di fare supplenza quando, secondo il nostro orario, dovremmo essere in classe per un intervento didattico e poi a segnalarci tutte le irregolarità rispetto a quanto stabilito dalla normativa, in modo da pretendere l’immediato intervento dell’Ufficio provinciale”.
Intanto, ieri gli Studenti medi autorganizzati hanno svolto in strada, sotto i portici davanti all’ingresso del liceo Laura Bassi, l’assemblea (organizzata dopo i controlli antidroga nelle classi) che la preside aveva deciso di non autorizzare: “Chiediamo di poter avere un luogo di confronto, che non sia in mezzo a una strada, per poterne discutere con educatori, genitori, studenti e tutta la cittadinanza”, ha scritto lo Sma su Facebook. Sul tema del “no” alle assemblee danno manforte agli studenti i Partigiani della scuola pubblica: “Da quando si negano spazi di discussione nelle scuole? Come possiamo educare alla cittadinanza attiva i giovani se impediamo loro l’esercizio di diritti che dovrebbero SEMPRE essere garantiti? La scuola che vogliamo è aperta ai dibattiti, ai confronti, educa i giovani al pensiero critico, forma cittadini e non sudditi. La scuola che ostacola tutto questo è scuola di regime, non certo la scuola della Costituzione. I Psp- Partigiani della scuola pubblica esprimono solidarietà agli studenti bolognesi: grazie ragazzi, siete un esempio per tutti noi”.