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G7 Ambiente, il Pd benedice le zone rosse

Il gruppo democratico in Comune: “Riteniamo che all’interno delle aree interdette non si debba accedere”. Un intervento che segue la condanna preventiva pronunciata dal ministro Galletti: “Contestazioni inaccettabili”.

30 Maggio 2017 - 15:17

Si avvicinano le giornate del G7 Ambiente a Bologna e il Pd non si smentisce, affrettandosi a far sapere di approvare l’istituzione di zone rosse in città per contenere le annunciate contestazioni. “Bologna ha sempre accolto qualsiasi tipo di manifestazione, ci sono però zone interdette che non scegliamo noi, ma che vengo definite dalla Prefettura, organismo che deve garantire la sicurezza di tutti i cittadini- ha affermato la consigliera comunale Elena Leti, intervenendo in aula a nome del gruppo Pd- e quindi riteniamo che all’interno di queste aree non si debba accedere. Questo non impedisce di poter manifestare in maniera libera e pacifica”, però “pensiamo vadano rispettate le prerogative e le indicazioni che ci vengono dagli organismi preposti”.

L’intervento del Pd segue di qualche giorno quello del ministro dell’Ambiente, il bolognese Gianluca Galletti, che ha condannato le contestazioni prima ancora che si verifichino. Secondo Galletti si tratta di una “fine a se stessa” e quindi “inaccettabile”. E poi: “Mi piacerebbe che non ci fossero disordini, perchè Bologna non lo merita”. Che il G7 sia poco più di un teatrino è noto a chiunque, ma il ministro dipinge un quadro idilliaco: “Discuteremo di ambiente e delle sue interrelazioni con i problemi sociali che il degrado ambientale causa, quindi diseguaglianze, povertà, spreco di cibo, fame nel mondo, finanza verde, come aiutare i Paesi dell’Africa. Poi parleremo anche delle interrelazioni tra ambiente e sviluppo, quindi energia rinnovabile ed economia circolare. Quindi qual e’ il motivo della contestazione? A me sfugge. Viene da credere che sia fine a se stessa, quindi davvero inaccettabile. Perchè se ci sono dei punti su cui si vuole discutere, questo è un G7 aperto a tutti. Avremo punti di incontro nei quali sarà possibile per tutti discutere”.

Ieri la sigla G7M – Ambiente alla base e non al vertice, che ha promosso le iniziative contro il summit, ha invitato a una nuova assemblea organizzativa il primo giugno in vista della contestazione, scrivendo così: “Il 9, 10, 11 giugno sono alle porte, ci vediamo tutti e tutte giovedì per definire gli ultimi dettagli della tre giorni che stiamo organizzando da mesi. Il nostro sarà un momento di condivisione di analisi, lotte e pratiche, costruito e partecipato dal basso, totalmente agli antipodi rispetto al G7, dove i ministri di 7 potenze mondiali si ritroveranno lontano dal centro storico per discutere delle sorti del nostro pianeta. Un modello che che non possiamo accettare”. Il riferimento è alla scelta della location per lo svolgimento del vertice che – questa la notizia circolata sulla stampa nei giorni scorsi – pare avrà luogo all’Hotel Savoia, al Pilastro: a ben cinque chilometri di distanza dal centro storico che si prepara a essere militarizzato, anche perchè nell’ambito del G7 dovrebbe svolgersi anche una cena di gala a Palazzo Re Enzo.