Editoriale

Editoriale / Con la lotta dei migranti e con le compagne e i compagni di Radio Onda d’Urto

A fianco di chi è salito sulla gru a Brescia e sulla torre a Milano, di chi lotta perché tutti abbiano pieni diritti e nessuno sia clandestino, di chi alle lotte dà voce

08 Novembre 2010 - 14:32

A Brescia, città governata da una giunta ottosa e xenofoba, prosegue da inizio settembre la lotta di numerose comunità migranti contro gli effetti della sanatoria truffa del 2009, per il permesso di soggiorno e contro il razzismo. Un presidio permanente ha resistito un mese davanti agli uffici della prefettura, ed è stato raso al solo due volte dalla forze dell’ordine. Sabato 30 ottobre è stata prima negata l’autorizzazione a un corteo in centro città, e poi dispiegati i manganelli della celere contro centinaia di dimostranti. Da quel giorno sei migranti si sono arrampicati su una gru del cantiere della metropolitana, sostenuti da un nuovo presidio permanente in cui per otto giorni si è intrecciata la solidarietà di bresciani e stranieri, e da uno straordinario corteo di diecimila persone che ha manifestato sabato scorso con determinazione per tutta la città. “Lotta dura senza paura” lo slogan sulla bocca di tutti. Intanto anche a Milano un gruppo di migranti, in lotta per il permesso di soggiorno, ha deciso di salire su una torre.

Stamattina all’alba, un nuovo intervento di polizia ha cercato di sgomberare il presidio ai piedi della gru. Decine di persone sono state condotte in Questura. Per ore la brutalità della polizia ha continuato a colpire attivisti, migranti e semplici cittadini che si avvicinavano alla gru per portare la propria solidarietà.

Non è accettabile rispondere alla disperazione di persone e famiglie migranti: nessuno più di loro sta pagando la crisi. Perdere il lavoro significa automaticamente perdere ogni diritto, diventare invisibili e indesiderati nelle città in cui fino al giorno prima ci si spezzava la schiena lavorando.

Siamo al fianco di chi è salito sulla gru a Brescia e sulla torre a Milano, di chi lotta perché tutti abbiano pieni diritti e nessuno sia clandestino da nessuna parte, di chi sfida la violenza poliziesca perché nessuno sia lasciato solo.

Ai redattori di Radio Onda d’Urto fermati questa mattina, che da ormai 25 anni rappresentano la voce  delle lotte in città, va inoltre tutta la solidarietà della nostra redazione.

La redazione di Zeroincondotta