Accolti i rilievi della procura, ora si pronuncerà la Corte Costituzionale
Si è pronuncato questa mattina Mario Luigi Cocco sulla questione di legittimità costituzionale sollevata dal procuratore reggente di Piazza Trento e Trieste nell’ambito dei processi per il reato di clandestinità, introdotto con il pacchetto sicurezza di questa estate.
Tra le motivazioni addotte, l’impari trattamento tra i clandestini già in Italia all’8 agosto 2009, che si vengono a trovare in condizioni di illegalita’ per una situazione pregressa e non possono essere trattati allo stesso modo degli stranieri entrati in Italia successivamente: «è inammissibile retroattivita’ del processo sanzionatorio». Estranea allo spirito della costituzione è poi una legislazione che viene meno al principio della funzione educativa della pena, mirando «all’unico risultato di ottenere l’espulsione in sede penale dello straniero» piuttosto che a «determinare una condotta virtuosa o una risocializzazione»
Inoltre, non c’è modo per i clandestini di allontanarsi volontariamente dal territorio nazionale senza rischiare l’arresto.
Cocco ritiene incostituzionale anche la deroga prevista dall’esecutivo per colf badanti: la discrezionalita’ del legislatore in campo di immigrazione non puo’ spingersi «fino al punto di discriminare i soggetti sulla base della sola attivita’ svolta»
Infine, la nuova legge provoca confusione e sovrapposizioni tra azione amministrativa e penale, e crea negli uffici del giudice di pace «un assorbimento abnorme delle risorse» che andrebbero destinate ad altri compiti.
In Italia è la seconda pronuncia in questo senso di un giudice di pace, la prima si è avuta a Torino lo scorso 6 ottobre. Tutti i processi in capo a Cocco per questo reato rimarranno fermi in attesa del verdetto della Consulta. Questo pronunciamento, tuttavia, non ha effetti sugli altri giudici di pace di Bologna, liberi di rigettare l’istanza della Procura, come già successo in due casi. (gi.ast.)
trovare in condizioni di illegalita’ per una situazione pregressa
e non possono essere trattati allo stesso modo degli stranieri
che entrano in Italia successivamente all’8 agosto 2009