Studenti attaccano sulla porta della vicepresidenza i fogli con le firme raccolte contro la militarizzazione della facoltà: “Basta telecamere, agenti in borghese, sapere unico e spazi chiusi”.
Contestazione con brindisi a Palazzo Hercolani, sede della Scuola di Scienze politiche, contro la militarizzazione della facoltà. L’idea di protestare simbolicamente con un aperitivo è stata presa in prestito dalle mobilitazioni francesi: “«Aperò chez Valls!» urlavano pochi giorni fa gli studenti autorganizzati in Francia, muovendosi verso la dimora del primo ministro francese, complice delle politiche d’austerity e di precarizzazione delle loro e delle nostre vite”, ha scritto l’Assemblea di Scienze politiche promuovendo l’appuntamento di oggi. Gli studenti hanno raggiunto la vicepresidenza “per consegnare le nostre firme contro la militarizzazione dell’università, iniziata il 22 marzo con le cariche all’interno della facoltà di Scienze politiche dopo che un’aula studio è stata intitolata a Giulio Regeni. Questa facoltà non può essere la facoltà delle telecamere, degli agenti in borghese, del sapere unico e degli spazi chiusi”. I manifestanti, seguiti passo passo da agenti in borghese, hanno tappezzato la porta della vicepresidenza con le firme raccolte contro la militarizzazione della facoltà, commentando: “Ecco come si è presentata oggi la vicepreside Pina Lalli alla contestazione degli studenti: barricata dietro una porta chiusa e difesa da poliziotti in borghese e agenti della digos. L’intoccabilità della casta…”. Per finire, si stappa una bottiglia: “Brindiamo alle dimissioni di questa amministrazione incompetente! Aperò chez Lallì!”.