Difficile interpretare quanto sta accadendo a Madrid e in altre città, ma intanto anche a Bologna si diffonde un appello per scendere in piazza, questa sera, in solidarietà con le mobilitazioni spagnole.
“Non è facile raccontare quello che sta succedendo in Spagna adesso”. Lo scrivono Federico da Barcellona e Paolo da Granada, nella loro testimonianza pubblicata sul sito di Bartleby. “La gente sta, spontaneamente, occupando le piazze, giorno e notte, facendo accampamenti, pranzi sociali e soprattutto grandi assemblee pubbliche. Non c’è un coordinamento nazionale, una struttura, né una piattaforma comune, anche se Madrid rimane il punto di riferimento e le forme e i contenuti della protesta sono gli stessi in tutte le città. Tutto nasce con una manifestazione spontanea diffusa attraverso i social network”. L’obiettivo è “ampio da subito, non è Zapatero, né il PP, è tutto il sistema che non funziona, vittima del mercato (si canta ‘los mercados yo no le ho votado’)”, scrivono Paolo e Federico. “Questo rigetto della politica istituzionale non ha un effetto solo negativo, ma anche un peso totalmente affermativo: il movimento ha un solo luogo di decisione che è l’assemblea pubblica. ‘Esta es democracia’, si canta durante le assemblee. E’ impressionante quanto poco nelle assemblee si senta parlare di partiti, di Zapatero, e del PP. Il nemico è il sistema, il capitalismo, il consumo indiscriminato. I partiti non vengono presi in considerazione, né le loro dichiarazioni vengono commentate. Sono, di fatto, totalmente delegittimati”.
Se non è facile raccontare cosa sta accadendo in Spagna, come scrivono Paolo e Federico, ancora meno facile è immaginare cosa possa portare il vento spagnolo in Italia e anche a Bologna. “Stasera alle 20 in piazza Nettuno, in solidarietà con le manifestazioni che oggi ancora continuano in tante città della Spagna- ci scrive una lettrice, Susanna- giovani spagnoli a Bologna, assieme ai nostri compagni italiani, scendiamo in piazza per protestare contro una classe politica corrota e una democrazia rovinata”. Anche qui il tam tam corre, veloce, sui social network come Facebook: “Scendiamo in piazza per mostrare anche noi la nostra rabbia contro la situazione di rovina sociale ed economica che, in modi diversi ma con la stessa durezza, colpisce oggi sia l´Italia che la Spagna. Per mostrare che noi non ci stiamo, che non ci rappresenta nessuno, contro una distruzione continua dei canali d´accesso alla partecipazione della cittadinanza, contro la mancanza di democrazia, limitata al voto ogni quattro anni verso una serie di partiti che non offrono possibilitá di cambio, che offrono una sola via d´uscita alla crisi economica, quella della precarietá e d´una gioventú senza futuro, contro una democrazia e un parlamento presi in mano ad una classe politica corrotta e decadente”. Un vento spagnolo che affascina e allo stesso tempo disorienta, perchè parla un linguaggio in movimento mentre aggira più di uno schema e di una coordinata, lascia spazio ad alcune ambiguità ma pone interrogativi non banali.