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“Cari insegnanti, non portate gli studenti a Fico”

CampiAperti: “La vera agricoltura non si conosce lì”. Il parco agroalimentare finisce nel mirino anche di Human Motor, che torna per contestare il MotorShow e -quest’anno- anche la campagna di multe ai ciclisti voluta da Merola.

06 Dicembre 2017 - 10:01

“Cari insegnanti, non portate gli studenti a Fico!”. E’ l’appello lanciato da CampiAperti, l’associazione fatta da agricoltori e consumatori che per sostenere la sovranità alimentare e l’agricoltura biologica e contadina. Così recita l’appello: “Il 15 novembre 2017 a Bologna ha aperto Fico, la fabbrica italiana contadina’. Come molti avevano previsto Fico non ha niente di contadino mentre è popolato da grandi consorzi e famosi marchi dell’agroalimentare. Fico non solo si è appropriato inopportunamente del termine ‘contadino’ ma attraverso una potente campagna di comunicazione si propone come baluardo della promozione e della salvaguardia della biodiversità agricola italiana e della ‘buona agricoltura’. Noi di CampiAperti pensiamo al contrario che a Fico siano presenti prevalentemente realtà produttive che non fanno ‘buona agricoltura’: per noi non è buona agricoltura spruzzare Clorpirifos sulle mele come fa Melinda in Val di Non, così come non è buona agricoltura alimentare gli animali con mangimi Ogm come fanno Grana Padano e Amadori oppure fare i dolci con uova da galline allevate in batteria come fa Balocco. Questa è l’agricoltura dominante, ma non è assolutamente la miglior agricoltura possibile. Se il vostro intento di insegnanti invece è quello di far conoscere agli studenti la realtà dei processi produttivi industriali allora questo non potrà essere trovato dentro Fico, perché a Fico ci sono solo rappresentazioni di laboratori artigianali, cosi come ci sono solo rappresentazioni di campi coltivati. Purtroppo sappiamo che Fico propone moduli formativi per le scuole e siamo molto preoccupati che le giovani generazioni a Fico imparino che quella è l’agricoltura e per di più la migliore agricoltura possibile, mentre si tratta solo di una vetrina, di un set pubblicitario molto lontano dalla realtà. Noi di CampiAperti sappiamo che la buona agricoltura esiste ed è la piccola agricoltura contadina biologica/biodinamica locale, sostenuta e difesa dal movimento per l’economia solidale. Cari insegnanti, se volete far conoscere la vera agricoltura agli studenti, che sia biologica, convenzionale, industriale, rivolgetevi alle centinaia di fattorie didattiche presenti in ogni parte d’Italia. Se invece volete far conoscere i processi agroindustriali andate nelle manifatture dove si fa la pasta, il formaggio, la salsa di pomodoro… Ma per favore, non portate gli studenti a Fico!”.

Il baraccone targato Eataly e Coop, inoltre, finisce anche nel mirino della settima edizione di Human Motor, insieme ovviamente al Motor Show. Nel programma che si sviluppa dall’8 al 10 dicembre, infatti, è prevista anche una “biciclettata della madonna contro Fico”, lanciata da Eat the rich, per venerdì: appuntamento alle 12,30 all’Xm24 per un pranzo ristoratore, poi partenza alle 14. Il comunicato sull’iniziativa complessiva: “Human Motor é tornato! Tre giorni di bici, Critical Mass e follia. Così si presenta la tre giorni ciclistica che si terrà a Bologna 8, 9 e 10 dicembre. Lo Human Motor è la Critical Mass contro il Motor Show che dopo un’assenza di qualche anno ricompare nel 2017 per la settima edizione. A Bologna, tra alti e bassi, il Motor Show avrà luogo anche quest’anno. L’annuale fiera del motore inquinerà la nostra città dal 2 al 10 dicembre e il quadro sarà sempre lo stesso: macchine all’ultimo grido e motori roboanti. Alla faccia dell’ambiente! In un momento in cui l’attenzione ai temi ambientali è al centro del dibattito pubblico, ancora viene dato così tanto spazio al motore e all’automobile. E in effetti questo è solo il riflesso di scelte politiche di facciata che non intendono risolvere i problemi bensì perpetuarli. L’attenzione per l’ambiente espressa da affiatate dichiarazioni green ed ecofriendly, popolari nei giorni del G7 ambiente, quando si tratta di presentare un nuovo parco, una ciclabile o la Fabbrica Italiana Contadina, non trovano eco negli alti costi non solo ambientali di opere come il Passante di Mezzo o la stessa fabbrica farinettiana. Per non parlare delle scelte a livello nazionali in tema di grandi opere come Tav, Tap e Muos, per citarne solo alcuni. Il modello della politica è sempre lo stesso e non è affatto sostenibile. Il Motor Show è sotto attacco per la sua impronta inquinante e (auto)distruttice ma restano centrali altri temi delle scorse edizioni relativi al sessismo dell’accostamento donne-motori (basta guardare una pubblicità del motor show) e allo sfruttamento dei lavoratori della fiera, che si sono mobilitati nel corso dell’anno passato. E quindi l’appuntamento lanciato per sabato 9 dicembre alle 15 prevede una Critical Mass contro l'(auto)distruzione. Una Critical Mass è un ritrovo spontaneo di ciclisti che assieme pedalano in strada al grido di ‘siamo il traffico!’ Ma l’edizione di quest’anno non si ferma a questa data. Venerdì 8 dicembre in apertura dello Human Motor é previsto un pranzo a Xm24 e una biciclettata lanciata da Eat The Rich contro F.I.Co., la cittadella del cibo costruita sul modello Eataly – cemento, sfruttamento dei lavoratori, greenwashing. La Grande Opera del cibo in salsa green, con i suoi oltre centomila metri quadrati di suolo cementificato, i cento milioni d’investimenti tra pubblico e privato, le trecentomila ore all’anno di lavoro non retribuito, previste tra stage e alternanza scuola-lavoro, ha aperto i suoi cancelli; F.i.co. è una delle rappresentazioni più pesante del modello di città voluta dalla giunta Pd. La sera è il turno della Ciclofficina Popolare Ampioraggio che compie 10 anni. I festeggiamenti, a Xm24, saranno l’occasione per inaugurare un ampliamento della ciclofficina all’interno dello spazio pubblico autogestito di via Fioravanti. Xm24 è sotto minaccia di sgombero e con esso anche la Ciclofficina Popolare Ampioraggio. L’amministrazione dopo mesi di latitanza, ha di recente avuto un incontro con noi. Sostanzialmente nulla è cambiato: il punto di partenza per la trattativa – secondo il comune – è che ci dobbiamo spostare dal nostro spazio; loro sono disponibili a individuare un posto dove trasferire le attività. La disponibilità è una parola vuota, priva di significato concreto; il comune continua a portare le stesse argomentazioni per giustificare lo spostamento e a non prendere impegni reali. Da parte nostra sono diversi mesi che sosteniamo con Xm l’impossibilità di trovare una giusta posizione se non quella attuale. Da 15 anni Xm24 è lì in Bolognina e nella sua lunga storia è diventato il centro di relazioni, incontri, reti per cui lo spazio attuale è di vitale importanza. I collettivi, i progetti e le idee non mancano, anzi nonostante lo sgombero decidiamo di continuare a migliorare le nostre attività – in questo caso ingrandendo la ciclofficina – dall’altra parte invece la giunta non ha la minima idea di cosa fare di quell’area. E’ passato un anno dall’inizio di questa battaglia e non è ancora mai emersa una proposta che vada al di là di lasciare uno spazio all’abbandono. E le conseguenze delle scelte pianificatrici comunali si vedono nei palazzi ancora incompleti proprio alle spalle dei nostri spazi”.

Ancora dal comunicato: “Per concludere, la domenica mattina, sempre a Xm24 si terrà una ‘assemblea intergalattica delle ciclofficine e de* ciclist* radicali’. Al centro del dibattito la volontà di costruire una rete tra le varie città che affronti le tematiche ambientali a partire dall’attività a livello locale. Per quanto riguarda Bologna, l’accento si pone sulla campagna del ‘risveglio civico’, che ha portato a interventi della municipale contro i ciclisti ‘cosiddetti’ indisciplinati. Andare in contromano per evitare lunghi e insensati percorsi pianificati per mezzi a motore, andare piano sotto i portici (spesso per cercare riparo dalla pioggia) non costituiscono un problema per la circolazione. Vengono accusati i ciclisti quando il vero problema sono le automobili dal punto di vista della circolazione come dell’inquinamento. Il vero mezzo pericoloso è l’auto che viaggia a velocità folli, che contando sulla grandezza non considera pedoni e ciclisti, che parcheggia sulle ciclabili o in mezzo alla strada. Le morti dei ciclisti sono in aumento e pare che essi siano il problema; le morti in auto continuano a costituire una delle maggiori cause di mortalità. I temi affrontati non riguardano solo le biciclette; le ciclofficine e le critical mass vanno di pari passo con le lotte ambientali. Basta Auto! significa anche Basta Cemento! E così le scelte di mobilità della giunta corrono parallele alla pianificazione urbanistica del costruito. Il modello di F.I.Co., Passante di Mezzo e People Mover è stato codificato nella recente legge regionale sull’urbanistica che lascia ampi spazi d’azione ai cementisti e palazzinari. Quanti altri scheletri di cemento, quanti altri supermercati superflui vedremo comparire?”.

Nel frattempo, sempre a proposito di Fico, pochi giorni fa in Consiglio comunale è stata approvata definitivamente la variante urbanistica che autorizza la trasformazione dell’ex comparto florovivaistico del Caab in un albergo-residence nelle vicinanze del parco agroalimentare. La variante al Piano operativo comunale (Poc) era stata adottata in questo mandato “e mantiene gli stessi contenuti, perchè dopo l’adozione lo scorso 3 luglio- ha spiegato l’assessore all’Urbanistica, Valentina Orioli- abbiamo acquisito tutti i pareri degli enti, ma sostanzialmente non ci sono state osservazioni se non due, da parte dello stesso proponente, che sono stati accolte con prescrizioni che ci hanno permesso anche di recepire le riserve formulate dalla Città metropolitana sulla permeabilità e il verde pubblico”.

Riserve nate dal fatto che, tra l’allestimento di uno stand e l’altro, dal progetto per l’albergo è sparito l’impegno a realizzare un bosco urbano. Dopo il primo ok di Palazzo D’Accursio, infatti, nel periodo previsto per la presentazione delle osservazioni da parte di Caab sono arrivate due proposte di modifica. Una riguarda, appunto, la trasformazione di un’area da 1.950 metri quadrati da verde pubblico a verde privato. Nelle sue controdeduzioni, il Comune ha quindi dovuto chiedere di compensare questa perdita. Richiesta rafforzata dalla Città metropolitana, che ha espresso due riserve: da un lato, assicurare “il mantenimento a superficie permeabile” dei 2.000 metri quadrati trasformati in verde privato; dall’altro, “individuare un intervento alternativo di forestazione a carico” di Fico “da concludere entro la fine dei lavori” per la realizzazione dell’albergo. Le prescrizioni di Comune e Città metropolitana sono sostenute dal parere di Arpae.