La comunicazione è arrivata dalla Sherwin-Williams di Pianoro, che ha motivato la decisione con le conseguenze della guerra. I sindacati di base rispondono subito con l’apertura dello stato di agitazione.
“Nella giornata di ieri abbiamo ricevuto una Pec dalla Sherwin-Williams di Pianoro, Bologna, in cui la società ci ha comunicato l’apertura della procedura di licenziamento collettivo per 59 lavoratori e lavoratrici del sito di Pianoro”. Lo riferiscono i Si Cobas, aggiungendo: “La decisione era nell’aria, dopo che da diversi mesi i lavoratori erano stati posti in cassa integrazione ordinaria, causa la contrazione dei volumi, in particolare verso i mercati russo e ucraino e per l’aumento consistente delle materie prime. Dunque, come da tempo stiamo dicendo, la guerra non produce soltanto morte e devastazione nei territori in cui viene combattuta, ma le conseguenze di essa si abbattono su milioni di lavoratori e lavoratrici e sulle fasce più deboli del nostro territorio. Le parole scritte dall’azienda per giustificare tale scelta sono glaciali e paiono chiudere ad ogni possibile alternativa: no alla riduzione dell’orario di lavoro, no a nessuna solidarietà e nessuna possibilità di ricollocazione”.
Continua il comunicato: “Il profitto ha bisogno di razionalizzazione, la parola magica è il taglio delle spese che in parole semplici, crude e terribili significa licenziare. Tutto questo in barba ai tavoli istituzionali o ai patti per il lavoro che tanto piacciono ai padroni, ai sindacati confederali e agli amministratori della nostra regione, per lo più impegnati nel Risiko di chi governerà il partito, il Pd, a cui appartengono. Noi pensiamo invece che l’unico strumento utile sia la lotta e per questo oggi abbiamo aperto lo stato di agitazione e in questi giorni faremo assemblee per decidere un pacchetto di ore di sciopero. Abbiamo ben presente quale sia il programma sociale di Confindustria, del governo Meloni che lo ha certificato recentemente e sappiamo bene chi dovrà pagare quel programma: i lavoratori e le lavoratrici. Sappiamo però anche bene la forza che la classe lavoratrice sa mettere in campo quando è unita e in difesa dei propri interessi. Chiediamo la massima solidarietà, sapendo che la difesa di ogni posto di lavoro alla Sherwin-Williams, è la difesa di altre migliaia di posti di lavoro”.
Sulla vicenda prende parola anche l’Usb Lavoro privato: “La società Inver-Sherwin Williams con sede a Bologna ha avviato la procedura di licenziamento collettivo in tutti gli stabilimenti italiani” e secondo quanto dichiarato dall’azienda, “la causa che ha portato a tale decisione è da ricercarsi all’interno del conflitto in Ucraina che ha determinato un drastico ed improvviso aumento dei prezzi dell’energia e di molte materie prime non energetiche nonché l’interruzione delle linee di approvvigionamento che ha prodotto un calo degli ordini pari a circa il 10%. La società, insomma, punta il dito contro le sanzioni imposte dall’Europa alla Russia colpevoli di affossare il sistema del mercato mondiale. Riteniamo che tale richiesta sia ingiustificata per due buone ragioni. La prima perché ci troviamo difronte ad una azienda in crescita di fatturato che nel 2021 è stato di gran lunga superiore rispetto al 2019 anno pre-pandemia; la seconda perché un calo del 10% di ordinativi sull’anno precedente non giustifica in alcun modo il licenziamento di personale”.
C’è da aggiungere, continua il sindacato, “che nello stabilimento di Minerbio, il più grande d’Italia in termini occupazionali, è in regime di cassa integrazione dai primi di ottobre che, in sostanza, in questo periodo non ha mai utilizzato per far fronte ai cali di produzione. Riteniamo, inoltre, la richiesta senza senso in quanto un’azienda con più di 400 dipendenti può a nostro avviso trovare una soluzione differente per questi 12 lavoratori. Ricordiamo, infine, che vi è la vertenza aperta per il rinnovo del contratto integrativo aziendale e per tale motivo oltre ad essere provocatoria è del tutto pretestuosa. Per tali ragioni come Usb proclamiamo sin da subito lo stato di agitazione e nei prossimi giorni decideremo insieme ai lavoratori le iniziative necessarie per il ritiro della procedura di licenziamento collettivo”.