Attualità

Argentina / Il Movimiento Asambleas del Pueblo, “una cosa caotica”

Il movimento, che ha sede centrale nel popolare barrio di San Telmo, il più antico quartiere di Buenos Aires, organizza campagne di protesta e gestisce mense, una biblioteca popolare ed un centro di diffusione culturale.

27 Novembre 2012 - 16:43

“Siamo una cosa caotica” afferma Ruben Saboulard, uno dei coordinatori del Movimiento Asambleas del Pueblo, “però caotica non significa inefficace, perchè il movimento è un raggruppamento di assemblee ed iniziative che attualmente rappresenta una istituzione di mobilitazione sociale e politica all’interno del quartiere. Noi lottiamo in difesa degli esclusi”.  Nato nel 2001 come “Club del Trueque” (club del baratto) della zona, in realtà molto simile ad una banca del tempo in cui era possibile scambiarsi beni e servizi, il movimento arriva a contare fino a 2000 partecipanti nel momento di massima crisi economica argentina: un periodo caratterizzato da “assemblee popolari che irrompono sulla scena politica, imponendo meccanismi di democrazia diretta e esigendo una forma altra del fare politica, un diverso modello di società e di paradigmi”.

Un periodo in cui, sempre secondo Saboulard,  “ad ogni angolo di ogni quartiere di Buenos Aires c’era un assembramento di abitanti che si riunivano discutendo, deliberando e facendosi carico, molto spesso, dei compiti più elementari che lo stato aveva abbandonato”. Oggi il movimento ha la propria sede centrale nel popolare barrio di San Telmo, il più antico quartiere di Buenos Aires, un tempo sede della nobiltà porteña ma che ora si caratterizza per la massiccia presenza di emigrati boliviani e peruviani. Nonostante la sua centralità vive delle contraddizioni tipiche di questa metropoli, in cui è possibile, semplicemente attraversando un isolato, essere catapultati da una realtà chic e modaiola ad una estremamente povera e problematica.

Sviluppatasi con una prospettiva anticapitalistica e rivoluzionaria, dal marcato approccio anarco–comunista, l’Asamblea si caratterizza per l’enorme lavoro svolto sopra una svariata gamma di temi politici, locali e nazionali, dalla lotta contro gli sfratti ai conflitti nazionali contro le multinazionali. Ma oltre ad organizzare numerose proteste e campagne in ambito politico, l’organizzazione territoriale è davvero impressionante: gestiscono infatti tre mense popolari, aperte sette giorni su sette dalle 11,30 alle 15, un programma radio, una biblioteca popolare oltre a gestire il Centro di Diffusione Culturale “Rosa Luxemburg”: uno spazio per spettacoli teatrali, musicali e per dibattiti e conferenze politiche. Il lato teorico è affidato alla pubblicazione di una rivista mensile, “La Maza”; mentre su quello pratico assistono i lavoratori nella creazione di cooperative  (l’ultima in ordine di tempo è una di tassisti) e coordinano una famosa fiera dell’artigianato che si tiene tutte le domeniche.

“Il nostro obiettivo è organizzare i più umili per garantirgli i diritti più elementari, allo stesso tempo lavoriamo affinchè prendano coscienza di loro stessi come forza, e su questa strada gli diamo appoggio” spiega sempre Saboulard. Stretto è il legame territoriale con SanTelmo, luogo in cui sono nati. Il barrio  si è infatti andato caratterizzando negli ultimi anni come il quartiere del boom turistico ed immobiliare, il che non ha fatto altro che velocizzare il processo di esclusione sociale ed economico di una buona parte degli abitanti della zona. La gentrificazione dovuta alla riconversione di abitazioni in ostelli ed hotel per
stranieri alimenta gli sfratti ed i continui sgomberi di occupazioni a scopo abitativo. A ciò si aggiunge un cambiamento forzato dell’economia locale con un aumento dei prezzi degli affitti, degli alimenti e dei servizi: tutto ciò non fa che generare l’abbandono della zona da parte delle persone con basse risorse. Proprio per questo il movimento coordina e partecipa attivamente alla resistenza contro le speculazioni, in una lotta contro gli sfratti fatta non solo di picchetti ma dando appoggio legale e sociale alle persone in difficoltà.

Così nelle varie case occupate della zona, gestite dai militanti dell’Asambleas, offrono aiuto ed abitazioni a centinaia di famiglie. Da poco hanno anche improntato una iniziativa per le persone che si trovano a vivere in strada ed ai margini della società. All’incirca un centinaio di persone sono seguite con aiuti sanitari ed alimentari. Negli spazi comunitari del movimento chiunque può avere un piatto caldo, un luogo dove potersi riposare, bere un mate e relazionarsi con le persone: qui l’importanza è data al senso di comunità che si sviluppa nel mutuo soccorso, non tanto nelle appartenenze sociali o nelle referenze politiche. In conseguenza di ciò è possibile instaurare una rete di relazioni che si saldano nella voglia di riscatto sociale che risiede in ognuno, si crea così un rapporto fatto di confidenza reciproca su cui è si sviluppa un percorso politico comune.

Ilaria Camplone (Centro Studi in Salute Internazionale, Università di Bologna)
Simone Tufano (Vag61, Bologna)