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Ancora un’ordinanza: coprifuoco in zona Belvedere

Locali chiusi a mezzanotte per Mercato delle Erbe e dintorni. Arriva anche stretta anti-barbecue nei parchi e forse ufficio dei Vigili dedicato a scovare sul web le feste autorganizzate. Internazionale trash ribelle sull’1 maggio: “Solito allarmismo”.

06 Maggio 2017 - 17:43

Movida, cocktail, drinks (foto di Richard Audet)Si allunga l’elenco delle ordinanze anti-alcol e “anti-movida” da parte del Comune di Bologna. Stavolta il coprifuoco scatta per la zona di via San Gervasio, via Belvedere e per il Mercato delle Erbe: l’amministrazione, dopo le lamentele espresse da un comitato di residenti, ha annunciato un’ordinanza che prevede “per 30 giorni, dal 12 maggio al 10 giugno, la chiusura a mezzanotte, e l’apertura non prima delle 6 di mattina, per tutte le attività commerciali” interessate.

L’arrivo dell’ordinana è stato comunicato dal Comune ieri. Nella stessa giornata l’assessore alla Sicurezza, Riccardo Malagoli, ha annunciato un rafforzamento dei controlli (anche impiegando associazioni di cittadini) nei parchi e nei giardini. Lo spunto è nato da una segnalazione del Pd sulla giornata del Primo maggio a Villa Spada: troppi barbecue. Lo stesso Malagoli, poi, ha detto che “si può anche pensare” all’idea di istituire, nientepopodimeno che, un ufficio della Polizia municipale dedicato a scandagliare il web per sapere in anticipo quando e dove si svolgeranno party ed eventi musicali non autorizzati: “web-vigili” contro le feste autorganizzate, insomma. Inoltre, Malagoli ha invocato “indagini preventive” sugli organizzatori di questo genere di eventi. Anche in questo caso la novità prende le mosse dalla giornata del Primo maggio e in particolare dal settimo Gran galà Internazionale trash ribelle che si è svolto al parco 11 Settembre. Malagoli ha dichiarato in Consiglio comunale che dopo il “rave” è servito un “intervento potenziato” per la pulizia del parco ma senza costi aggiuntivi per il Comune. Hera è intervenuta anche per una pulizia straordinaria del parcheggio adiacente all’area verde, in questo caso con una spesa per l’amministrazione di 500 euro: se gli organizzatori del party verranno identificati, Malagoli ha dichiarato che il Comune conta di rivalersi su di loro per rientrare di questa spesa. Il presidente del quartiere Porto-Saragozza, Lorenzo Cipriani, ha invece fatto sapere di aver presentato denuncia contro ignoti: a suo dire, gli organizzatori della festa hanno mostrato “un atteggiamento di impunità che non può essere assecondato”.

Oggi è arrivata la risposta dell’Internazionale trash ribelle, con un video pubblicato su Facebook: “I giornalai hanno scritto di un parco devastato”, che però “è stato rimesso in ordine in mezza giornata senza costi aggiunti di manutenzione… e quindi il solito allarmismo sensazionalista”. La musica è stata staccata alle 22, spiega l’Internazionale, aggiungendo che il vetro di cui si è parlato in questi giorni è quello proveniente “dai negozi aperti del quartiere che hanno fatto un bel guadagno e pagano le tasse”. E per quanto riguarda la volontà del Comune di rivalersi sugli organizzatori per recuperare la “cifra esorbitante” di 500 euro, l’Internazionale dice: “Ma sì, apriamo un procedimento per riavere 500 euro che ne costerà molti di più”. Quello che più conta, per l’Internazionale, è che “4.000 cittadine e cittadini hanno festeggiato insieme il Primo maggio, Festa internazionale della solidarietà fra lavoratori”, in una giornata in cui “il Comune non ha organizzato alcunchè per questa importantissima festa internazionale”. E poi: “C’è stata molta più partecipazione alla nostra festa che a quella in piazza Maggiore” organizzata da Cgil, Cisl e Uil. Quella al parco 11 Settembre è stata una “festa gratuita, senza scopo di lucro, completamente autogestita, che è costata alla comunità 500 euri”, continua l’Internazionale, sottolineando che alla fine il “vero obiettivo” dell’amministrazione è sempre lo stesso: “Reprimere, reprimere, reprimere”. Per finire, detto che “non lo avete ancora capito cos’è un rave”, l’Internazionale non mostra grande preoccupazione per le indagini chieste dal Comune (“Chiamate il Mossad”) e per la denuncia presentata: “Denunciateci pure, ma con tanta vergogna per favore”.