Spari contro Darìo Julìan durante un’assemblea di quartiere: “Insieme agli abitanti si era opposto all’ennesima speculazione immobiliare”. L’episodio si inserisce nel “più ampio quadro repressivo messo in atto dal nuovo presidente Macri”.
Dall’Argentina riceviamo la notizia che Darìo Julìan (detto Iki), attivista politico del Movimiento Popular La Dignidad (Mpld), è stato vittima di un tentativo di omicidio alle nove della notte di sabato scorso durante un’assemblea di quartiere che si stava svolgendo a Villa Celina, presso La Matanza (periferia di Buenos Aires). Qui, secondo un comunicato dello stesso movimento, “due rappresentanti del Pro (Proposta Republicana, il partito di governo che fa riferimento al presidente Macri, ed ancora molto legato al periodo della dittatura, ndt), dopo aver interrotto con grida e minacce l’assemblea di quartiere hanno sparato più colpi al petto dell’attivista che adesso versa in gravissime condizioni all’ospedale Santojanni. Iki, assieme agli abitanti del quartiere, si era opposto ad interessi milionari, l’ennesima speculazione immobiliare, ma in questo caso sopra terreni che appartengono al quartiere e che erano stati illegalmente ceduti attraverso una società pubblica ad una società di cemento privata”. Stessa società pubblica, l’Instituto de la Vivienda de la Ciudad de Buenos Aires, di cui sarebbero funzionari gli assalitori. “Questa rete mafiosa”, continua il comunicato, “è costituita non solo da funzionari ma anche da rappresentanti politici e da poliziotti del commissariato del luogo. Questi ultimi infatti già da tempo minacciano gli abitanti della zona qualora avessero tentato di organizzarsi per lottare che appena ci sarebbe stato un’altro governo le cose sarebbero cambiate”.
L’episodio si colloca in un più ampio quadro repressivo verso le opposizioni sociali e di criminalizzazione di ogni tipo di protesta che il nuovo presidente Macri sta mettendo in atto da quando si è insediato dopo le elezioni di dicembre, che passa attraverso un processo “ai margini della legalità democratica” fatto di atti d’emergenza presidenziali che di fatto esautorano un parlamento dove è ancora minoranza. Con il pretesto della lotta alla criminalità ed al narcotraffico è stata decretata la legge di “Emergenza pubblica” in tutto il paese. Ed in questo contesto la polizia e al gendarmeria si sentono leggittimati a tutto, persino a sparare verso adolescenti e bambini, ferendone sedici, solo perchè stanno facendo le prove per il Carnevale, come successo a Bajo Flores, un quartiere di Buenos Aires, agli inizi di febbraio. In Argentina insomma non si prospetta nulla di buono.