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::: Notizie brevi :::

Nel Giorno della memoria vestiti da Ss sull’Appennino: cinque indagati, tre sono noti come simpatizzanti di Forza nuova | Noi Restiamo contesta all’Università la proiezione di un documentario “a sostegno dei golpisti in Venezuela” | Migranti, anche la Società di psicoterapia medica lancia l’allarme sugli effetti della legge Salvini.

06 Aprile 2019 - 18:56
(foto Agenzia DIRE – www.dire.it)

Ci sono cinque persone indagate dalla Procura di Bologna per la comparsata in divisa da Ss, proprio nel Giorno della memoria, tra i boschi dell’Appennino. L’episodio risale allo scorso 30 gennaio. I cinque sono indagati per apologia di terrorismo o crimini contro l’umanità. Giovedì le loro abitazioni (tra Torino, Firenze, Verona, Lucca e Varese, ) sono state perquisite: la Digos ha trovato uniformi e gadget nazisti, armi giocattolo e in un caso anche armi vere, detenute illegalmente (alcune baionette e munizioni da guerra). Tre di loro sono noti come simpatizzanti di Forza nuova e uno, residente a Lucca, in passato era già stato denunciato per discriminazione razziale.

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Ieri Noi Restiamo “ha contestato la decisione dell’Università di Bologna di proiettare nell’auditorium DamsLab- spiega il collettivo- un documentario chiaramente a sostegno dei golpisti e delle ingerenze imperialista in Venezuela. L’Alma Mater si sta rendendo responsabile di questa presa di posizione reazionaria contro la legittima autodeterminazione dei popoli attraverso gli strumenti della democrazia, contro il popolo venezuelano, Maduro e la Rivoluzione Bolivariana. L’Università di Bologna si schiera così a favore del più bieco atteggiamento imperialista e guerrafondaio statunitense, che tante volte abbiamo visto nella storia, dimostrando così la complicità dell’Università e la sua voluta ignoranza rispetto allo sviluppo storico del Novecento.

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Impedire l’iscrizione all’anagrafe dei migranti significa ostacolare “il loro accesso ai servizi sanitari e di salute mentale”, cosa che rappresenta “una violazione della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, della Costituzione e delle indicazioni dell’Oms”. A sostenerlo è la sezione emiliano-romagnola della Società di psicoterapia medica, che inoltre afferma che con la legge Salvini il compimento del 18esimo anno “diventa una ghigliottina” per i migranti minorenni arrivati in Italia da soli: infatti, pur soffrendo disturbi d’ansia e post traumatici, dimostrano grande voglia di riscatto e integrazione ma, con la maggiore età, rischino di essere espulsi dai percorsi di recupero e assistenza, mandando a monte il lavoro di sostegno fatto fino a quel momento.