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Nel Giorno della memoria, vestiti da SS

E’ successo sull’Appennino bolognese. Intanto l’ex Nar Cavallini, dall’aula del processo sulla strage, attacca l’Associazione dei familiari delle vittime. Fiore e Adinolfi lanciano la “pista neotroskista”, che per il Nodo sociale antifascista non rappresenta altro che un “copione traballante”.

30 Gennaio 2019 - 18:50
(foto Agenzia DIRE – www.dire.it)

Dopo il saluto romano con aquila littoria del calciatore a Marzabotto, tanto per dirne una, ora tocca al gruppetto che gira per i boschi dell’Appennino bolognese indossando divise naziste. E’ successo nel Giorno della memoria, vicino a Lizzano in Belvedere, in località Cavone. Lo ha segnalato un cittadino, Matteo Brusa, su Facebook: “Ci siamo imbattuti in quattro personaggi vestiti da truppe di montagna delle SS, in perfetta uniforme, con emblemi ben visibili e tirati a lucido, sci e armi da fuoco. Non era in corso alcuna commemorazione storica erano solo quattro persone, guidate da uno di origini toscane. Quattro individui che nel giorno dedicato alle vittime delle stragi nazifasciste si aggiravano nei boschi del Corno alle Scale conciati così. Non c’era nessuno vestito da partigiano. Non c’era nessuno che spiegasse ai pochi escursionisti di passaggio le atrocità commesse dai tedeschi nelle zone dell’Appennino emiliano durante la seconda guerra mondiale. Solo quattro persone che sentivano la necessità di vestirsi da truppe SS nel Giorno della memoria”. Abbigliamento verso cui, del resto, si era registrato un interesse anche da parte di qualche noto esponente della politica locale. Dopo la segnalazione, si è appreso che la Polizia municipale di Lizzano ha identificato le quattro persone del gruppo. “Al Comune non sono arrivate richieste per poter svolgere alcuna rievocazione storica, nè abbiamo autorizzato alcunchè. Erano del tutto inaspettati”, ha dichiarato la sindaca Elena Torri. Oggi sulla stampa mainstream alcuni dei componenti del gruppo in questione hanno cercato di sminuire l’accaduto parlando di semplice “ricostruzione storica”. Municipale e Carabinieri, intanto, hanno inviato alla Procura un’informativa sul caso.

Nel frattempo, a proposito di fascismi e dintorni, oggi si è svolta un’altra udienza del processo sulla strage del 2 agosto 1980 che vede coinvolto Gilberto Cavallini, presunto quarto uomo dell’attentato. E’ toccato proprio all’ex Nar essere interrogato, ma prima di rispondere alle domande Cavallini ha attaccato l’Associazione dei familiari delle vittime: “Mi riservo di denunciare per calunnia chi ha compilato, nel 2014, la ‘scheda Cavallini‘ che ha portato alla richiesta di rinvio a giudizio nei miei confronti”. Accuse “ridicole”, ha replicato l’Associazione: “Se arriva la denuncia di Cavallini risponderemo e lo faremo coi documenti, come facciamo di solito”. Ieri, invece, sono stati Roberto Fiore e Gabriele Adinolfi a prendere parola, con tanto di conferenza stampa, vagheggiando di una “pista neotroskista” dietro la strage. “Un copione traballante e imparaticcio con un’insalata di Mossad, Brigate Rosse, Bruno Vespa, Stasi, Sisde, scappatelle amorose, tedeschi vicini a un porcile…”, commenta il Nodo sociale antifascista, che esprime la “piena solidarietà a tutte e tutti i compagni trotskisti diffamati da Forza Nuova” e ribadisce: “Saremo sempre in strada per difendere la verità e la memoria”.