Presidio in viale Aldo Moro per denunciare le condizioni ormai inaccettabili in cui vivono decine di dipendenti ed il “fascismo sindacale” della Regione.
Circa una quarantina i lavoratori cassaintegrati dell’Azienda agricola anzolese stamattina si sono presentati davanti alla sede della Regione Emilia-Romagna, accompagnati dalle Rdb-Usb, chiedendo di incontrare l’assessore regionale alle Attivita’ produttive, Gian Carlo Muzzarelli. Ad incontrarli dopo un presidio nell’atrio dell’Assemblea legislativa, però, è stato solo il presidente del parlamentino regionale Matteo Richetti ed alcuni consiglieri regionali.
> Questo il comunicato che spiega la situazione dei lavoratori:
NO AL FASCISMO SINDACALE DELLA REGIONE EMILIA ROMAGNA
Da lungo tempo questi lavoratori vivono una condizione di vita inaccettabile in quanto a causa della ristrettezza degli ammortizzatori sociali non riescono più a far fronte ai primari bisogni,ad esempio il pagamento dell’affitto della casa.
Trenta di questi lavoratori non percepisce nulla in quanto avventizi agricoli, possiamo definire la loro situazione “disperata”.
A fronte di questa situazione la Regione e la Provincia di Bologna non trovano di meglio da fare che continuare ad escludere da ogni trattativa il sindacato che li rappresenta: USB, mentre continua a fare accordi inconcludenti con i funzionari di CGIL CISL che rappresentano poco più che se stessi.
Una sorta di fascismo sindacale perpetrato dalla Giunta Regionale e Provinciale che è inaccettabile in quanto non solo si scontra con il buon senso ma soprattutto è un vero e proprio pugno in faccia ai lavoratori dell’ Agricola Anzolese.
Usb Lavoro privato
> Nell’ambito del progetto inCassati!, promosso da Vag61 in collaborazione con Zic, prosegue la rubrica che raccoglie esperienze di resistenza e di lotta portate avanti dai lavoratori colpiti dalla crisi.
La redazione di Zeroincondotta