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Gli avvisi di sospensione dell’Università? Volano via

Hobo, Libertà di studiare e LabAgraria davanti al rettorato contro l’avvio di nove provvedimenti disciplinari. Il legale: “Gli studenti non possono difendersi”. Noi Restiamo: “Aula negata per l’iniziativa sulla Palestina, ma ce la siamo presa”.

29 Novembre 2018 - 19:51

Gli avvisi per l’avvio dei procedimenti disciplinari inviati dall’Università? Volano via, attaccati ad altrettanti palloncini. E’ la protesta messa in campo oggi durante il presidio-conferenza stampa convocato da Hobo, Libertà di studiare e LabAgraria per prendere posizione sui provvedimenti di sospensione che pendono su nove studenti, accusati dall’Ateneo di aver partecipato ad un’occupazione del Senato accademico nel 2017. L’iniziativa di oggi si è svolta in piazza Scaravilli, proprio di fronte al rettorato. Gli studenti, prima di far volare i palloncini insieme agli avvisi, hanno lanciato una campagna pubblica e invitano anche i docenti ad aderire. Intanto, per lo stesso blitz del 2017 è aperto anche un fascicolo in Procura, ma “per sei studenti è stata chiesta l’archiviazione”, segnala l’avvocato Ugo Funghi, che difende gli accusati e contesta le modalità utilizzate dall’Ateneo. “Lo studente non ha la possibilità di difendersi, in balia del potere del rettore- afferma il legale- il procedimento disciplinare non prevede che lo studente sia sentito in Senato accademico, nè l’assistenza di un avvocato. Per depositare una memoria difensiva ci sono 12 giorni di tempo, ma alla richiesta di copia degli atti, l’Ateneo fornisce il fascicolo il giorno prima della scadenza”. Inoltre, sottolinea ancora l’avvocato, “viene mescolato il procedimento disciplinare con quello penale. Gli atti delle indagini preliminari vengono riversati nel fascicolo dell’Ateneo e assunti come accertati”. Funghi rileva poi come “nei procedimenti disciplinari contro docenti e personale amministrativo ci sono tutte le garanzie che gli studenti non hanno, tant’è vero che il procedimento viene sospeso in attesa della conclusione di quello penale”. Dunque, sostiene il legale, si tratta di una “scelta politica precisa del rettore Ubertini. I rettori precedenti non hanno mai utilizzato lo strumento del procedimento disciplinare in questi termini”. Nel frattempo, per un altro episodio (le contestazioni nei confronti del docente Angelo Panebianco), uno studente di Hobo ha ricevuto due mesi di sospensione e contro questo provvedimento è stato fatto ricorso al Tar. “Il 15 dicembre è prevista la sentenza del Tribunale proprio per le accuse mosse proprio per l’iniziativa contro Panebianco- sottolinea l’avvocato- e se lo studente verrà assolto avremo la prova del nove che il procedimento disciplinare è stato fatto sul nulla”.

Come segnalato nei giorni scorsi, intanto, oggi si è dovuta svolgere senza l’ok dell’Università un’iniziativa sulla questione palestinese, organizzata da Noi Restiamo, che oggi scrive: “L’Università ci ha negato l’aula per la nostra iniziativa sulla Palestina, noi ce la siamo presa comunque”. La presentazione si è svolta in via Zamboni 38 e all’esterno Noi Restiamo ha affisso uno striscione con scritto: “Israele opprime, l’Unibo censura! Sempre con la Palestina”.