Sfiorata la tragedia nel mediterraneo: la Capitaneria di porto di Catania ha portato in salvo, nel ragusano, un barcone con trecento immigrati che vagava tra le acque libiche e quelle italiane da sei giorni.
Erano in viaggio da sei giorni su un guscio di noce che rischiava di inabissarsi, il maltempo impediva loro di raggiungere alcuna costa: dopo un’intera giornata di tentativi, la Capitaneria di porto di Catania è riuscita a far attraccare nel porto di Pozzallo il barcone che ospitava quasi trecento tra uomini, donne e bambini. Le condizioni di salute di una cinquantina di loro sono precarie, soprattutto quelle delle quattro donne in gravidanza e quelle di un uomo con un braccio fratturato, e tra di loro, come riferisce la stessa capitaneria, c’è un morto.
Già da venerdì scorso alcuni, grazie a un telefono satellitare, erano riusciti a contattare i loro parenti e amici in Italia e avevano chiesto loro aiuto, per le cattive condizioni del mare, ma autorità maltesi e italiane hanno a lungo temporeggiato rimpallandosi la responsabilità. Solo ieri mattina sono stati affiancati prima due pescherecci, poi un rimorchiatore e altri mezzi della capitaneria.
Ora per molti migranti la speranza che il governo italiano conceda il diritto d’asilo.